Addio a Sergio Cara, artista geniale: grande vuoto nel mondo della cultura trentina
Se n’è andato a 77 anni. Curioso, aperto e innovativo aveva insegnato al Vittoria. Lascia la moglie Marianna e la figlia Alice: la cerimonia funebre si è tenuta nella chiesa del cimitero monumentale di Trento
TRENTO. 77 anni se n'è andato Sergio Mariano Cara, artista di origine sarda che dal 1986 viveva e lavorava a Trento, geniale pittore e incisore e apprezzato insegnante. A maggio di quest'anno era stata ospitata allo spazio Foyer di Trento la sua mostra "Graffi in Aqua Fortis", splendido esempio di «indissolubile intreccio di saperi, dove tecnica, conoscenze e sensibilità convergono in un unico punto», come era stata commentata dalla critica d'arte Riccarda Turrina. Era stata una mostra che, dopo anni dedicati all'astrazione, era tornata al tema della Natura.
Una vita dedicata all'arte quella di Sergio Cara, nato a Nuoro nel 1946 e formatosi artisticamente a Bologna nei primi anni '70, dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti e, conclusi gli studi, ha insegnato presso il Liceo Artistico e l'Istituto d'Arte. Sempre a Bologna Cara era venuto a contatto con le nuove tendenze internazionali, affinando la ricerca per la "Nuova astrazione". Negli anni '80 il cambiamento: Cara si allontana dalla linea geometrico astratta e recupera i valori di segno e di gesto, privilegiando l'acquarello. Successivamente, trasferitosi a Trento nel 1986, diviene titolare del corso di Pittura & Visual presso l'Istituto d'Arte Vittoria, dove esercita per molti anni.
«Si faceva molto amare, anche dai suoi studenti - racconta Danilo Curti, amico ed estimatore - aveva una capacità unica di entrare nello spirito del mondo». Dopo aver abbandonato la linea dell'astrazione pura, l'artista aveva ripreso la "figura" con la tecnica dell'acquarello, con un percorso mirato a recuperare i saperi e le metodologie originarie della stampa d'arte e della pittura ad olio. Sempre dagli anni Ottanta, Sergio Cara si è dedicato alla grafica pittorica. Un artista poliedrico Sergio Cara.
«Era una persona splendida - riprende Curti - aperto, curioso, raffinato culturalmente, con una grande capacità di sintesi artistica». Tra i suoi interessi c'era anche la musica, ed ha partecipato ai festival organizzati da Margit Spirk, per cui ha realizzato meravigliosi manifesti ad acquerello. In pensione dal 2004 si è completamente dedicato all'attività artistica, impegnato a tutto tondo ma senza voler apparire, privilegiando l'amore per il silenzio, il vento e il sole. L'anno scorso aveva vinto il Festival internazionale di incisione contemporanea di Trento.
L'artista lascia la moglie Marianna e la figlia Alice: la cerimonia funebre si è tenuta nella chiesa del cimitero monumentale di Trento.