Scambio al veleno Ambrosi-Urzì. Lei: «Se ne vada dal Trentino». E lui: «Deferita perché non segue il partito»
La deputata ha preso le difese del consigliere Claudio Cia che ha perso il ruolo di assessore, in seguito all'accordo tra il commissario di Fdi e Fugatti che attua l'intesa originaria sulla vicepresidenza provinciale a Francesca Gerosa
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TRENTO. Ha l'aria di essere un effetto domino, quello e innescato dall'assessore tra poco consigliere Claudio Cia con la sua autosospensione. Nel partito della presidente Meloni, dopo cinquanta giorni di tensioni, le vedono deflagrare tutte oggi. Con uno scambio di note tra l'onorevole Alessia Ambrosi e l'onorevole e commissario Alessandro Urzì condito dal veleno.
Secca lei: «Se ne vada politicamente via dal Trentino il prima possibile». Altrettanto duro lui, che torna a ricordare l'attività dei probiviri (pure quelli un po' impegnati, ultimamente): «Arroganza che rasenta l'irresponsabilità e che sarà valutata nelle sedi interne al partito a livello nazionale e locale».
E tutto questo accade mentre sono in corso le trattative per trovare la quadra sull'assetto del Fugatti bis. Il punto di caduta, per il gruppo di Fratelli d'Italia ora sceso a 4, sarà un segretario questore, Christian Girardi e un assessore regionale Carlo Daldoss.
Ma il prezzo di tutto questo sono divisioni che già erano note, ma ora sembrano deflagrare. In un partito che, nell'attesa del congresso, è retto con polso fermo dal commissario Alessandro Urzì. Il commissario controlla il gruppo - e anche la relativa chat, si apprende ora, posto che avrebbe espulso Cia - e tutto sommato sembra anche il partito, visto che poche sono state le voci contrarie alla sua linea, che si sono ufficialmente alzate.
Tra queste, quella dell'onorevole Ambrosi che ieri, alla notizia dell'addio di Cia, è stata durissima con il commissario. Fa un appello a Cia perché resti nel partito, nonostante sia «stato trattato dal commissario Urzì in maniera sia politicamente sia umanamente ignobile, senza riguardo alcuno, con modalità politicamente intimidatorie, come testimonia nei giorni scorsi la sua vergognosa espulsione dalla chat dei consiglieri. Un modo di far politica lontano mille miglia dall'educazione e dal rispetto per le persone. Non compatibile con il suo ruolo e con minimi principi di etica politica».
Da sinistra, Urzì, Ambrosi e Gerosa
Contesta i risultati della trattativa - «una vittoria di Pirro» - e accusa Urzì di aver bloccato tutte le chat tra militanti con «un atto di violenza politica inaudita». Chiede che «vengano ripristinate le minime condizioni di agibilità politica e di educazione». E poi affonda il colpo: «Chi deve andare politicamente via dal Trentino è il commissario Urzi, il prima possibile. Se è riuscito a combinare tutto questo disastro in un anno, figuriamoci due».
Non è nemmeno necessario chiedere una replica al commissario. Arriva a stretto giro. Ed è durissima pure lei. Ricorda che la sua linea è quella del partito, «concordata passo per passo»: «Di conseguenza si prende atto che l'onorevole Ambrosi si stia collocando fuori dalla linea ufficiale del partito con una arroganza che rasenta l'irresponsabilità e che sarà valutata nelle sedi interne al partito a livello nazionale e locale (precisando che per l'intera campagna elettorale la signora Ambrosi non ha mai partecipato, se non in una occasione, agli incontri organizzativi e si è resa latitante in occasione di tutte le visite di ministri e sottosegretari esclusa una)».
Ovviamente, serve un'azione disciplinare. E infatti Ambrosi «è già destinataria di due provvedimenti al collegio di garanzia (probiviri) per atteggiamenti contrari all'interesse del partito che saranno esaminati presto nelle sedi competenti». Di questo passo i probiviri, in Fratelli d'Italia, dovranno fare gli straordinari.