La protesta degli agricoltori "traditi" arriva a Trento: venerdì la manifestazione dei trattori
Dalla zona sud fino a via Brennero si snoderà il corteo motorizzato, con sosta in piazza Dante, nei pressi del palazzo della Provincia. Nel mirino dell'iniziativa in difesa della "sovranità agricola" in particolare le politiche europee, le grandi organizzazioni italiane dei contadini, i sindacati ma anche le scelte del governo
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TRENTO. Si estende anche in Trentino l'iniziativa di protesta di una parte del mondo agricolo, animata da Danilo Calvani, già leader del Movimento 9 dicembre-Forconi, e ora a capo degli Agricoltori Traditi. Una decina di anni fa i "forconi" inscenarono numerose proteste diffuse in tutto il Paese, con l'appoggio anche di autotrasportatori.
A Trento la manifestazione è annunciata per venerdì 26 gennaio, con un momento centrale alle 10, in piazza Dante, davanti alla Provincia (dove una delegazione potrebbe incontrare un rappresentante della giunta).
Il ritrovo è però indicato alle 7.30 al bicigrill di Trento sud, con i trattori che poi proseguiranno verso il centro percorrendo viale Verona, via Santa Croce, via Perini, via Giusti, via Rosmini, via Prepositura, via Torre Vanga, via Torre Verde e proseguirà poi verso nord in via Manzoni e via Brennero, per poi rifare il percorso a ritroso.
Lo snodo locale che rilancia l'iniziativa è l'associazione UniAmoci Trentino Aps, già nota per le manifestazioni contro il green pass durante la pandemia, per le attività divulgative sui supposti effetti indesiderati dei vaccini e più recentemente per le iniziative di denuncia dei sistemi di videosorveglianza urbana.
Il focus della mobilitazione di questa parte del mondo agricolo è sulle questioni agricole, con un'impronta "sovranista" che respinge sia le costruzioni sovrannazionali sia le misure di stampo ecologista a fronte della crisi globale da cambiamento climatico adottate dalla Ue (ma uno dei temi caldi ultimamente è anche la limitazione dell'uso di pesticidi): i promotori usano slogan contro le politiche agricole dell'Europa, le scelte del governo e le grandi Confederazioni agricole a difesa dell'agricoltura e dei territori, ma anche del lavoro e delle piccole imprese "dall'attacco delle importazioni", dal "tradimento dei sindacati", "saccheggiati dalla politica" e "martoriati dalle banche".
Si indicano, insomma, una serie di fattori causa/effetto che a dire dei promotori della manifestazioni, se superati dovrebbero portare allo scenario desiderato.
Nel volantino che annuncia la mobilitazione di venerdì a Trento si legge testualmente: "Distruzione delle piccole medie imprese schiacciate da una burocrazia insostenibile, destinazione dei fondi alle aziende lontana dai veri bisogni, politiche europee lontane dalle esigenze del nostro territorio (perché probabilmente non lo conoscono nemmeno), costi di produzione in continuo aumento e calo del valore del nostro venduto, imposizione di metodi di produzione che portano alla distruzione delle nostre aziende che col loro lavoro mantengono curato gran parte del territorio 6 - L'È ORA DE FINIRLA!".
Mobilitazioni si sono svolte in molte località, come Frosinone, Latina, Torino, Pescara, Reggio Emilia, Noci (Puglia), ma anche a Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli.
"Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito - afferma Calvani - Una delle ragioni principali della nostra mobilitazione è proprio contro di loro. Speriamo vengano azzerate e commissariate. Si sono sedute e prostrate ai diktat. I loro capi prendono stipendi milionari all'anno e noi stiamo morendo di fame. Tutto è partito dalle quote latte, quando ci hanno massacrato e sono andati contro gli allevatori. Stanno applicando lo stesso sistema contro tutti noi".
Ma attenzione, avverte Calvani: "Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare".
LA PROTESTA
Germania, Francia, Romania e ora anche Italia. Si allarga la protesta degli agricoltori contro le politiche agricole dell'Europa e le scelte dei governi, ma anche contro la carne coltivata, le farine d'insetti, le tasse, il gasolio, la svendita dei terreni. In piazza in varie città italiane, sono scesi gli agricoltori autonomi sotto la sigla del Comitato degli Agricoltori Traditi (C.R.A.). Manifestano a difesa dell'agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese e contro le importazioni, i sindacati, le banche, le grandi Confederazioni agricole. Questo mentre a Bruxelles, l'Italia, con il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, gioca da mesi una partita istituzionale contro la carne coltivata, cavallo di battaglia lanciato dalla Coldiretti con una petizione sottoscritta da oltre due milioni di persone.
Battaglia che ha incassato l'apertura di un'asse Roma, Parigi e Vienna, attraverso una nota congiunta inviata all'Ue e sostenuta da altri 9 Paesi, domani in discussione al Consiglio Agricoltura a Bruxelles. Anche se, fa sapere la Commissione, non è stata ancora ricevuta "alcuna domanda di autorizzazione, ai sensi della legislazione sui nuovi alimenti". E se una domanda di autorizzazione dovesse essere presentata, "sarà l'Efsa a valutare". Anche gli agricoltori autonomi oggi in piazza se la prendono con i nuovi alimenti.
Ma non solo. "Agricoltori dal 22 gennaio in strada a oltranza", si legge sulla pagina Facebook del comitato con mobilitazioni a Frosinone, Latina, Torino, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Milano, Roma, Caserta e Napoli, ma anche in varie città dell'Umbria, della Sicilia e della Puglia. Nel Lazio, a Viterbo, una trentina di trattori provenienti da tutte le zone della Tuscia hanno paralizzato la via Cassia.
A Bologna oltre 200 mezzi hanno reso difficile la mobilità e una delegazione di 4 trattori si è diretta fin sotto la Regione. Tra i manifestanti anche figure note dell'area complottista e no vax. A Pescara 300 in piazza contro i diktat delle multinazionali a Grosseto nel mirino l'Ue e i campi incolti. "Traditi dall'Europa", "L'agricoltura sta morendo", "Agricoltori e consumatori vittime della guerra dei prezzi", "Sveglia!" si legge sugli striscioni.
Alla guida c'è Danilo Calvani, ex leader del Movimento 9 dicembre-Forconi, ora a capo degli Agricoltori Traditi. L'ideatore di quel movimento, nel 2011-2012, sarebbe stato l'allevatore sardo Felice Floris, che aveva preso spunto dalla frase di Mariano Ferro "dobbiamo prenderli a forconate". Nacque un'associazione di agricoltori, pastori, allevatori che si definiva "apartitica", nonostante la presenza di alcuni esponenti di Forza Nuova. Nell'inverno 2011, i Forconi da Nord a Sud, organizzarono serrate, sciopero a oltranza e blocchi stradali, soprattutto in Sicilia. La protesta era partita dalla Sicilia, ma si era allargata a macchia di leopardo al resto d'Italia, anche grazie all'adesione degli autotrasportatori, che provocarono la paralisi del trasporto su gomma dell'intero Paese, a partire dai rifornimenti di carburante.
Anche oggi il sovranismo e la critica all'Unione europea resta un filo conduttore della protesta, ma nel mirino ci sono anche le organizzazioni agricole principali e il governo.
Dice oggi Calvani: "Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali". "Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito - aggiunge amareggiato. Poi avverte: "Anche i consumatori avranno un danno, perché non mangeranno prodotti italiani. Siamo allo stremo: si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare".
Ieri la protesta è arrivata anche in Veneto. Un corteo con circa un centinaio di trattori è arrivato al Quadrante Europa, per manifestare davanti a Verona Mercato (nella foto).
L'iniziativa è promossa dagli agricoltori autonomi, sotto la sigla del "Comitato degli Agricoltori Traditi" (C.R.A.) che già ieri è sceso in piazza in alcune città italiane, allargando la protesta avviata le scorse settimane in Germania, Francia e Romania.
Gli agricoltori, arrivati anche da altre città venete e da Brescia, manifestano a difesa dell'agricoltura e dei territori, del lavoro e delle piccole imprese e contro le importazioni, i sindacati, le banche, le grandi confederazioni agricole. Nel mirino la carne coltivata, le farine d'insetti, le tasse, il gasolio, la svendita dei terreni.
Una delegazione di agricoltori incontrerà il prefetto di Verona, Demetrio Martino. I manifestanti al mercato ortofrutticolo sono tenuti sotto stretto controllo da parte delle Forze dell'ordine.
Nel documento all'Ue, redatto dalle delegazioni italiana, francese e austriaca e sostenuta da quelle di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia, i Paesi chiedono che, "prima di qualsiasi autorizzazione" al commercio, la Commissione europea lanci "una vera e propria consultazione pubblica sulla carne coltivata in laboratorio" e conduca una "valutazione d'impatto completa e basata sui fatti".
Inoltre i prodotti a base di cellule "non potranno mai essere definiti carne". Tanto più che Coldiretti lancia una nuova sfida chiedendo che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione "non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico" ribadendo l'impegno "a costruire con le altre grandi Organizzazioni agricole in Europa una mobilitazione a Bruxelles" per cambiare le politiche dell'Unione Europea, dallo stop alle importazioni di cibi extracomunitari senza controllo sul piano sanitario e ambientale ad una Pac che tuteli il reddito e accompagni la crescita delle imprese agricole fino al no ai cibi a base cellulare.