Nave di salvataggio attaccata dalla guardia costiera libica e poi multata da Roma: a Trento incontro di solidarietà
Sabato prossimo, 13 aprile, alla Bookique, il dibattito "Prima si salva e poi si discute", con Alessandro Metz, armatore della "Mare Jonio" della ong Mediterranea Saving Humans
DRAMMA La guardia costiera libica attacca naufraghi e soccorritori
SANZIONI Per la Mare Jonio dopo l'attacco libico arriva in Italia il fermo con multa
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TRENTO. Ha fatto discutere nelle ultime 48 ore, per quanto nelle cronache politiche sia passata in secondo piano, sovrastata dalle consuete schermaglie fra i partiti, la incredibile vicenda dell'azione di salvataggio in mare a opera di una ong italiana che è stata fatta oggetto di un attacco da parte della guardia costiera libica.
A subire questa situazione drammatica è stato l'equipaggio della Mare Jonio, che però, una volta approdata in Italia è stata pure sanzionata dalle autorità nazionali.
"Le autorità italiane hanno notificato al comandante e all'armatore della Mare Jonio il provvedimento con multa fino a 10mila euro e il fermo amministrativo", ha reso noto la ong Mediterranea.
Secondo quando si apprende gli operatori della ong sono accusati "di aver istigato la fuga dei migranti per sottrarsi alla guardia libica". La guardia libica aveva sparato contro la nave Mare Jonio mentre operava un salvataggio in zona Sar libica, salvando 58 persone. Successivamente era stato assegnato il porto sicuro di Pozzallo, qui è arrivato il provvedimento di fermo.
A Trento, sabato prossimo, si discuterà in un incontro di questo episodio e dello scenario in cui si inserisce, con i continui naufragi nel Mediterraneo e gli sbarchi di migranti stremati a Lampedusa. Uno scenario, quello del Mediterraneo, che per molte persone in cerca di una vita nuova diventa invece una tomba, che da anni non viene più presidiato con la dovuta attenzione da dispositivi di salvataggio a cura degli Stati.
A supplire, per quanto parzialmente possibile, alle carenze del soccorso sono diverse organizzazioni non governative, che però si trovano a fare i conti con l'atteggiamento delle autorità pubbliche, nel caso dell'Italia, c'è il relativamente recente decreto firmato dal ministro dell'interno Piantedosi, che interpreta la linea del governo Meloni, sostanzialmente punitiva nei riguardi delle ong impegnate nel Mediterraneo.
Sulla base di queste norme, le imbarcazioni di salvataggio vengono sanzionate dal governo se dopo un singolo intervento non richiedono l'immediata assegnazione di un porto italiano verso il quale dirigersi. In caso di salvataggi concatenati, scatta la multa, in genere con il fermo amministrativo della nave.
Inoltre, i "porti sicuri" assegnati dalle autorità italiane, da quando è in carica il governo di destra guidato da Giorgia Meloni, sono molto distanti, spesso al centro-nord del paese, con conseguenti viaggi di vari giorni, enormi costi per il carburante e disagi aggiuntivi per le persone strappate dalle onde del mare dopo traversate disperate.
Tutto questo sarà messo a fuoco sabato, a Trento, alle 18,30 alla Bookique del rione San Martino, con l'intervento di Alessandro Metz, armatore della nave di Mediterranea Saving Humans, nell'incontro, promosso dal gruppo locale di Mediterranea, intitolato "Prima si salva e poi si discute".
"In questi giorni - scrivono gli organizzatori - stanno circolando molte informazioni su quello che è successo durante la missione 16 della Mare Jonio.
Ieri è stato notificato il fermo amministrativo e il provvedimento con multa all'armatore della nave secondo il decreto Piantedosi, in base alle accuse false della guardia costiera libica. Noi, Equipaggio di terra di Trento, siamo con l'equipaggio in mare, e siamo qui dove bisogna stare.
Mediterranea è una piattaforma della società civile, aperta a tutte le voci e a tutti i contributi di chi vorrà farne parte, alla partecipazione di quanti vogliano attivarsi concretamente e mettere disposizione risorse e solidarietà.
Mediterranea è dove le cose accadono, per poter raccontare e denunciare quanta morte produca la chiusura dei confini.
Mediterranea è una nave di tutti e tutte, e vive del legame tra chi è in mare e chi da terra la sostiene", concludono i promotori del gruppo trentino invitando al dibattito del 13 aprile.