Contro le infiltrazioni mafiose, l'intelligenza artificiale per le indagini: il Trentino è terra appetibile
Il Procuratore Raimondi ed il prefetto Santarelli parlano della necessità «di grande capacità di calcolo» informatico. «La mafia sta investendo in bitcoin». Ma solo la «rete» civica sa individuare i segnali sul territorio
TRENTO. "Il problema più importante che ci troviamo ad affrontare è la cybersicurezza, con una sempre maggiore necessità di capacità di calcolo informatico per le indagini. La criminalità organizzata già utilizza questi sistemi, quindi per essere efficaci dobbiamo usare Ai e algoritmi, e già lo stiamo facendo". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi, in occasione del convegno sul "Rischio infiltrazioni della criminalità organizzata in Trentino: azioni di contrasto", organizzato dal Commissariato del governo di Trento nel Palazzo della Provincia di Trento.
Raimondi, che ha rilevato come la Procura di Trento sia in possesso di uno dei computer più potenti esistenti, ha anche rilevato come siano in corso indagini delicate per contrastare infiltrazione della criminalità organizzata in Trentino, che verranno divulgate nei prossimi mesi.
Il punto sullo stato dell'arte nell'attività di prevenzione è stato invece fatto dal commissario del governo, Filippo Santarelli, che ha parlato di un territorio "sano, che comunque non deve abbassare la guardia".
"In Trentino - ha specificato il prefetto, ricordando il protocollo e osservatorio contro la criminalità - abbiamo attivato 16 prevenzioni collaborative per rischio o tentativo di infiltrazione, ma c'è una grande attenzione anche nel settore alberghiero. La nostra è una terra dove il tessuto economico è portato agli investimenti, con situazioni che favoriscono gli interessi della criminalità organizzata. C'è una rete che monitora ma c'è il bisogno del contributo di tutti".
Il Commissario del Governo ha detto che con la Pat si è rinnovato il protocollo d’ intesa sottoscritto con il Commissario del Governo, la Procura e il Cal. Protocollo che dando risultati pratici, come la video sorveglianza, e prevede, all’ articolo 2, l'osservatorio sul rischio delle infiltrazioni della criminalità organizzata, che è partito nel settembre 23. Osservatorio al quale partecipano 26 soggetti, una grande rete, dai sindacati, alle categorie, alle istituzioni alle forze dell’ordine, che in altre parti d'Italia non si è riusciti a fare, per rilevare le tracce delle infiltrazioni criminali.
La nostra provincia, ha aggiunto, è uno snodo centrale in Europa, ha una vocazione agli investimenti, istituzioni come la Pat che sostengono lo sviluppo, c'è il Pnrr, quindi serve una rete di controllo che ha bisogno di tutti, a partire dai sindaci. Il territorio è sano, ha concluso il Commissario, ma deve avere antenne attive per prevenire il fenomeno.
Il presidente del Cal (Consiglio delle autonomie Locali) ha ricordato che nel protocollo i comuni e i sindaci hanno un ruolo soprattutto come sentinelle perché possono avere il polso
della situazione dell’economia delle comunità. Inoltre, i comuni nel Pnrr hanno grandi responsabilità e per questo serve la formazione del personale per avere il controllo dei rischi. Ma il punto, ha sottolineato, è quello di creare comunità sane perché queste hanno gli anticorpi per combattere la criminalità.
Il presidente del Cal ha infine affermato che ai deve far crescere la fiducia nelle istituzioni attraverso il buon esempio.
Il Procuratore Capo ha ricordato che il problema dei protocolli è la concretezza. Qui in Trentino, ha detto, ci sono una società virtuosa, un'economia virtuosa e una politica virtuosa, ma ciò nonostante, rispetto alla criminalità comune, c’è il rischio che sfugga il pericolo dell'infiltrazione mafiosa alla quale interessa solo investire i proventi di traffici illeciti. Il Procuratore ha raccontato un' indagine internazionale su un sistema di riciclaggio di un gruppo di narcos colombiani che ha dato ottimi risultati proprio perché c’è stata collaborazione tra Guardia di Finanza, banche locali, ma anche grazie a Trentino Digitale, che ha elaborato software per segnalare le operazioni sospette.
Importante, per il Procuratore, il fronte della cyber security e ha aggiunto che nei prossimi mesi usciranno i risultati di inchieste importanti. L'informatica, l'intelligenza artificiale, ha continuato, sono decisivi, basti pensare che la n’drangheta sta investendo in bitcoin, e le inchieste hanno bisogno di computer potentissimi per processare i dati digitali.
Per il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, «in un territorio come il nostro, con 1,3 miliardi di euro di investimenti in opere pubbliche e il 2,7% di disoccupazione, è giusto creare gli anticorpi nei confronti dei rischi e occasioni di attenzione ai pericoli».