Esami di riparazione, la petizione per reintrodurli ha raccolto 657 firme. Gerosa: “Non è possibile”
Di questo si è parlato oggi, 30 maggio, in quinta commissione. L’assessora all’Istruzione: “Serve una terza via condivisa, partecipata che dia una risposta ai ragazzi. Risposta che si sta elaborando in un tavolo tecnico dove verranno coinvolti gli insegnati dividendo gli incontri per territori”
ESAMI Perché i prof li rivogliono
TRENTO. I professori Laura Rubagotti e Giovanni Ceschi, presidente del Consiglio educativo provinciale, sono intervenuti oggi, 30 maggio, nella quinta commissione provinciale dove si è parlato anche di esami di riparazione a settembre. I due hanno fatto presente che la petizione per il loro ripristino ha già raccolto 657 firme.
“Non si tratta una petizioni di insegnanti nostalgici – hanno precisato Ceschi e Rubagotti - che vogliono riaffermare il loro potere, ma l’attuale sistema certifica come un diritto il successo formativo. Successo che deve essere visto come un traguardo attraverso un sistema educativo ben congegnato ma che necessità la responsabilità dello studente. Il sistema delle carenza non può essere responsabilità esclusiva della scuola perché si sottrae impegno allo studente al quale viene garantita la promozione. Un messaggio che può essere fuorviante e non aiuta a raggiungere una sfida accessibile per tutti”.
Ceschi ha ricordato che i risultati Invalsi sosterrebbero l’attuale sistema, ma le cose, invece, funzionano perché dall’unità d’Italia gli studenti del Nord – Est sono migliori del resto d’Italia. Ma i dati ministeriali 2022 – 23, invece, dicono che mediamente in Italia sono ammessi all’anno successivo il 76% degli studenti con sospensione del giudizio, da noi è il 94%. Un dato in costante incremento che dimostra che gli insegnanti hanno abbandonato l’idea del recupero delle carenze. Vanno evitate le dichiarazioni da prima della classe, quando invece i dati dovrebbero preoccuparci”.
L’assessora Gerosa riguardo il tema della petizione, cioè gli esami a settembre, pur consapevole che il sistema attuale non è la migliore soluzione soprattutto per i ragazzi che portano avanti carenze che li penalizzano nel loro percorso di crescita culturale, ha detto che il sistema degli esami di riparazione non è al passo con i tempi e rischia di far cadere sulle famiglie l’onere di far recuperare nei mesi estivi le materie ai ragazzi.
”La storia – ha aggiunto - dimostra questo e oggi, con famiglie complicate, assenti e disgregate o povere culturalmente e economicamente, la proposta della reintroduzione degli esami di riparazione non è percorribile. Da qui la necessità di una terza via condivisa, partecipata che dia una risposta ai ragazzi. Risposta che si sta elaborando in un tavolo tecnico dove verranno coinvolti gli insegnati dividendo gli incontri per territori. Non tutti gli insegnanti, ha aggiunto, concordano con la petizione della quale non si riesce a valutare esattamente la portata. Gli incontri con gli insegnanti verranno fatti dopo l’estate, cioè a settembre. Poi, raccolte tutte le istanze, probabilmente a fine settembre, l’assessorato farà una sintesi. Con la nomina del nuovo comitato di Iprase, ha aggiunto, si è dato avvio a un percorso sui temi della scuola partendo dal benessere dei ragazzi che mostrano un quadro di forte disagio psicologico”.