TRENTO. La ragazzina, all'epoca dei fatti tredicenne, si era invaghita del giovane che aveva conosciuto su un sito di incontri. Pensava fosse suo coetaneo (questo infatti le aveva detto lui, per carpirne la fiducia) e si era lasciata convincere a mandargli scatti sexy. Per lei era un gioco, un po' piccante ma pur sempre un gioco. Peccato che dall'altra parte dello schermo non ci fosse un ragazzino, bensì un adulto. Non un innamorato, ma un manipolatore che aveva ben altri obiettivi: si faceva mandare foto di lei in pose esplicite e senza vestiti, per poi condividere le immagini con un gruppo di amici.

Ora due adulti e quattro minorenni sono chiamati a rispondere in tribunale di adescamento di minore, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico; archiviate invece le posizioni di due ragazzini che nel periodo in cui sono contestati i fatti avevano meno di 14 anni.

L’indagine è partita da Trento grazie alla denuncia della mamma della ragazzina.

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