Agricoltura, resta il nodo personale: “Per la raccolta serviranno 22mila persone”
Barbacovi (Coldiretti): “Ormai la manodopera è un problema tutti gli anni, non abbiamo risolto; è difficile trovare le persone ed è soprattutto difficile trovare persone qualificate. Da noi fanno più fatica ad arrivare, perché abbiamo una stagione corta, anche di 40 giorni. E siamo meno attrattivi di altre aree”
ALBERGATORI «Purtroppo ci chiedono lo smart working e il weekend libero»
TRENTO. Manodopera e meteo, stagione in salita nelle campagne trentine. Perché i problemi non mancano: da una parte c'è il nodo lavoratori, che genera preoccupazioni. Sono attesi tra 20 e 22 mila persone, ma è sempre più difficile trovarli. E il parziale sollievo rappresentato sulla carta dal decreto flussi (un migliaio di persone) rischia di schiantarsi sul muro della burocrazia: i permessi stanno arrivando a rilento. Insomma, c'è più di qualche preoccupazione.
Manodopera
I piccoli frutti stano lavorando ormai da maggio, la raccolta ciliegie è finita in bassa val di Non, l'alta sta per cominciare. Ma i pensieri sono per vendemmia e mele. È lì che servirà una quantità importante di raccoglitori.
«Ormai la manodopera è un problema tutti gli anni, non abbiamo risolto - sbotta il presidente Gianluca Barbacovi, presidente Coldiretti - è difficile trovare le persone ed è soprattutto difficile trovare persone qualificate. Da noi fanno più fatica ad arrivare, perché abbiamo una stagione corta, anche di 40 giorni. E siamo meno attrattivi di altre aree. Poi c'è la questione degli alloggi: le grandi aziende si sono già organizzate, ma le piccole non ce la fanno, ora con la nuova legge si potrà fare qualcosa per gli alloggi per gli operai, ma non subito».
L'aspetto positivo di quest'anno è che sembrano essere tornati i rumeni, che sono lo zoccolo duro della manodopera nei campi trentini (3/4 dei braccianti vengono dalla Romania): negli anni scorsi sembravano più orientati a Germania e Olanda. «Sì, ed è una buona notizia, perché la manodopera locale per le piccole aziende diventa un problema - spiega Paolo Calovi, presidente Cia - studenti e pensionati vorrebbero i voucher, ma per come funzionano quelli attuali, sono troppo impegnativi dal punto di vista burocratico, per le piccole aziende».
Per alleviare il problema della manodopera, resta il decreto flussi: circa mille in arrivo, ma per ora è teoria. «Sì perché lì qualche preoccupazione c'è: ci sono delle lungaggini nelle ambasciate, per il rilascio dei certificati». Un ulteriore motivo di preoccupazione. Si è invece risolto il nodo degli alloggi: «Per chi arrivava con il decreto flussi si dovevano mettere a disposizione alloggi certificati. Ma tante case non lo sono, nemmeno la mia, che risale a prima del 2008».
Venerdì si è trovato un punto d'equilibro con Uopsal e Agenzia del lavoro: «Va denunciato dove vengono alloggiati i lavoratori, così è meglio anche perché i problemi restano: non è facile far stare assieme nazionalità diverse, senza contare la necessità di tenere distinti uomini e donne».
Meteo e campi
L'anno scorso ci si agitava per la siccità, quest'anno per la troppa pioggia. Che però non causa al momento problemi alla qualità delle produzioni. «No, anche se è più faticoso gestire le campagne - spiega Barbacovi - il problema semmai è che le tante piogge stanno generando disagi, perché è difficile entrare nelle campagne, senza contare la fienagione che rischia di essere compromessa (vedi pezzo in pagina, ndr). Speriamo che la stagione si sistemi. Ma non abbandoniamo i progetti per i bacini imbriferi: con il clima che cambia restano indispensabili».
Il problema dei terreni intrisi d'acqua si sente soprattutto in alcune zone: «Si deve tener conto che l'altro ieri in Rotaliana sono scesi 80mm di pioggia, i terreni ormai non assorbono più - spiega Calovi - in questo ambiente c'è ormai difficoltà ad entrare con i mezzi in campagna, soprattutto nelle zone collinari e soprattutto in alcune valli, in val di Cembra e in val di Non».