In Trentino nel 2070 i centenari saranno più di settemila, gran parte della popolazione sarà ultranovantenne
Le allarmanti proiezioni demografiche: la richiesta di servizi sanitari e assistenziali crescerà in maniera esponenziale, e così le spese da destinare agli anziani
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TRENTO. Una crescita irrefrenabile: nel giro dei prossimi quarant'anni il numero di anziani in Trentino, secondo le proiezioni Ispat è destinato ad aumentare in maniera consistente. Le cifre sono impressionanti e se le persone tra i 90 e i 94 anni nell'intervallo di tempo tra il 2027 ed il 2070 raddoppieranno, quelli tra i 95 e 99 triplicheranno e gli ultracentenari aumenteranno di ben sette volte raggiungendo il numero record di 7.167.
Considerando il numero di tutti i trentini dai 90 anni in su, i cosiddetti grandi anziani, si passerà da circa 10mila a 30mila cittadini. Una crisi annunciata a cui è meglio essere preparati: le proiezioni elaborate dall'Istituto di Statistica della Provincia di Trento segnalano infatti un incremento costante dell'età media della popolazione, accompagnato da una contrazione della forza lavoro porterà a una crescente domanda di servizi socio-sanitari a cui sarà sempre più difficile fare fronte.
Questo invecchiamento dei trentini avrà un enorme impatto su tutto il sistema sociale ed economico poiché, purtroppo, a fronte dell'aumento degli anziani si assisterà ad un calo della popolazione considerata attiva, quella tra i 15 e i 64 anni, che è destinata a diminuire in maniera significativa.
La sfida per il Trentino è dunque doppia: da un lato, si dovranno implementare politiche che incentivino la natalità e l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, dall'altro, sarà necessario gestire l'aumento della popolazione anziana cercando di fare le scelte giuste per garantire una vita dignitosa e attiva anche nella terza e quarta età.
Chi ha già a che fare un grande anziano, ovvero una persona sopra i 90 anni, e ne conosce le richieste ed esigenze, e stia provando a trovare un modo per garantire l'assistenza adeguata, ha le idee chiare di cosa questo cambiamento epocale significhi.
I numeri elaborati da Ispat sottolineano dunque che con l'aumento della popolazione anziana, la richiesta di servizi sanitari e assistenziali crescerà in maniera esponenziale, e così le spese globali da destinare agli anziani, sia per la prevenzione delle malattie che per la presa in carico.
Se da un lato l'invecchiamento della popolazione presenta sfide considerevoli, dall'altro può anche offrire opportunità: infatti sarà impossibile ragionare per generazioni contrapposte ma si dovranno trovare soluzioni che non siano penalizzanti. I dati mostrano anche che, con il passare del tempo, anche le tradizionali distinzioni demografiche tra uomini e donne sono destinate a diminuire.
Per esempio, a partire dal 2048, il numero di ultracentenari e ultracentenarie sarà più o meno lo stesso, e questo porrà fine allo squilibrio che vede le donne vivere più a lungo. Servono dunque politiche lungimiranti, perché non ci si ritrovi impreparati. Le previsioni demografiche delineano uno scenario complesso in cui è necessario ripensare e valorizzare il ruolo degli anziani nella società.