La vendita di Castel Madruzzo, acquirenti lontani e misteriosi
A voler comprare il maniero sarebbero la società Usa Vultur e imprenditori veneti emigrati in America. Il caso dell’affare della Trentini Latini srl portato alla ribalta nazionale dal Corriere della Sera: la Provincia (dopo aver rinunciato alla prelazione sull'acquisto) ora giura che vigilerà sulla cessione a privati da parte della famiglia milanese proprietaria da sessant'anni
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MADRUZZO. Si chiama Trentini Latini srl e ha un capitale sociale di 100.000 euro, la società con sede a Venezia che ha avanzato la proposta di comprare Castel Madruzzo dalla famiglia milanese che ne è proprietaria da circa 60 anni. Ma i Trentini Latini in realtà sono veneti, e pure americani, visto che sono controllati da una società con sede nel Delaware (la Vultur International Llc), di cui poco è dato sapere, anche perché costituita un anno fa.
Ad alzare il velo sui protagonisti di un affare che ha sollevato parecchie riserve (per la rinuncia da parte della Provincia di Trento ad esercitare il diritto di prelazione sull'antico maniero tutelato dalla Soprintendenza ai beni culturali) è stato ieri il Corriere della Sera, in un articolo molto dettagliato apparso in Economia, che ha svelato come un giovane imprenditore bassanese residente a Miami (Niccolò de Zambiasi), che si occupa di ristorazione, sia almeno apparentemente protagonista dell'acquisto (ormai quasi concluso) del maniero risalente al 1161, che la famiglia Montagna ha deciso di vendere diversi anni fa.
La società Trentini Latini srl è però l'unica di cui il sindaco di Madruzzo Michele Bortoli abbia sentito parlare, nell'affare che riguarda la vendita del Castello che sorge sopra Lasino: «Ho visto questo nome all'interno del documento in cui si parlava dell'atto di prelazione - spiega il primo cittadino - ma non so assolutamente altro».
Mentre "altro" secondo il Corriere ci sarebbe sicuramente da sapere, se è vero - come scrive il quotidiano milanese - che la società con sede a Venezia costituita solo un anno fa da Niccolò e Massimiliano de Zambiasi (uno residente a Miami e l'altro in Messico, apparentemente figlio e padre) hanno ceduto il 95% della Trentini Latini srl proprio all'americana Vultur, che però non sembra avere esperienza nel campo della gestione alberghiera. Mentre proprio un futuro da hotel di lusso è stato annunciato per il castello da 30 stanze.
«Come Comune - continua Bortoli, alla luce di quanto letto ieri - non abbiamo nessuna possibilità di effettuare dei controlli. E dubito che possa farlo anche la Provincia, che ha rinunciato ad esercitare il diritto di prelazione per rendere Castel Madruzzo un bene effettivamente pubblico».
In effetti, quello in corso è un affare tra privati, ma di questi tempi appare quanto mai opportuno capire da dove arrivino i soldi e per fare cosa.
Osserva l'assessore provinciale Simone Marchiori: «La vigilanza della Provincia non viene meno perché abbiamo rinunciato alla prelazione, ma resta perché il bene è tutelato e quindi qualunque intervento dovrà passare attraverso la Sovrintendenza.
Da questo punto di vista, la vigilanza è assolutamente garantita e non verrà mai meno. Per noi, la volontà di investire per aprire al pubblico un bene che finora, da privato, non è stato fruibile è positiva. Ma, certo - continua - sapere da dove vengono i soldi è un altro paio di maniche. Se ci fossero operazioni dubbie dovrebbe intervenire la magistratura, però, non la Provincia».
Sulla prelazione non esercitata, Marchiori chiarisce che è stata fatta una valutazione attenta, sui pro e contro (il castello è in condizioni precarie) e che se un domani il bene dovesse tornare in vendita, la Provincia potrebebe decidere diversamente.
Attento a quanto accade è anche il presidente della Comunità di valle, Luca Sommadossi: «Sapevamo che c'era un interesse da parte di società provenienti dall'estero e qualche preoccupazione c'era, ma non avevamo informazioni dettagliate. E' un affare tra privati e quindi ora la questione è delicata: chiaro che le preoccupazioni per un acquisto da parte di realtà che non conosciamo ci sono. Adesso bisognerà capire se l'affare andrà in porto. Di certo quello che avevamo chiesto come amministrazioni era una forma di vigilanza su questi aspetti, perché parliamo comunque di un bene tutelato, che anche se privato ha un valore assolutamente collettivo. Per noi la Provincia ha comunque - a prescindere dalla natura della vendita - la possibilità di vigilare».