Apss, al Servizio per le dipendenze il concorso per dirigente medico va deserto
Nessun candidato per il bando riguardante il Serd, che fa parte del dipartimento salute mentale. La direttrice Ermelinda Levari: «Ci dispiace, continueremo a lavorare sodo, cercando di garantire tutti i servizi. Ai giovani colleghi dico che il SerD è un ambito di lavoro affascinante»
ORDINE Dato drammatico i pochi iscritti a infermieristica
UIL “Spesa su e diminuiscono i servizi, Provincia fa qualcosa”
APSS Sanità, boom di prestazioni private in Trentino
TRENTO. «Si è preso atto dell'esito negativo della procedura concorsuale a causa dell'assenza di tutti i candidati iscritti alla procedura». In parole povere, il concorso è andato deserto: nessuno dei medici si è presentato di fronte alla commissione e l'Azienda sanitaria dovrà, nei prossimi mesi, correre ai ripari bandendo un nuovo avviso pubblico.
E, nel frattempo, chi c'è dovrà continuare a stringere i denti per garantire il servizio - sempre più richiesto - ai cittadini. Stiamo parlando del bando per assunzioni a tempo indeterminato nel profilo professionale di Dirigente medico per le esigenze dell'Unità operativa Dipendenze, afferente al Dipartimento di Salute mentale: il SerD, viste le carenze d'organico, era a caccia di medici in differenti discipline, dalla Medicina interna alla Psichiatria, dalla Farmacologia e tossicologia clinica fino a tutte le discipline equipollenti o affini.
Una ricerca, quindi, non troppo specifica, ma "allargata" a più specializzazioni, considerati i bisogni e le necessità imminenti. Il concorso era stato bandito a metà maggio, alcuni medici si erano iscritti e l'Apss aveva nominato la commissione esaminatrice a inizio agosto. Poi, nei primi giorni di settembre, l'appuntamento con i colloqui.
Al quale, appunto e purtroppo, non si è presentato nessuno, con la commissione costretta a prenderne atto e a dichiarare l'esito negativo dell'iniziativa. Non si tratta certo del primo concorso deserto - la speranza è che sia l'ultimo, ma la realtà dice altro -, ma viste le carenze d'organico a fronte di una domanda crescente, è chiaro che non stiamo parlando di una bella notizia. Chi c'è, quindi, non avrà rinforzi e aiuti nell'immediato, e dovrà rimboccarsi ancora di più le maniche.
«Ci dispiace che il concorso sia andato deserto - sospira la direttrice del Serd (Servizio per le Dipendenze) Ermelinda Levari -, ma noi continueremo a lavorare sodo, cercando di garantire tutti i servizi. Ormai da tempo siamo in difficoltà per l'organico e restiamo "sotto" rispetto alla dotazione teorica». Meno persone, più domande, servizi che devono restare attivi. E come? «Cercheremo di organizzarci al meglio, continuando a garantire emergenze e urgenze. Certamente tra qualche tempo ci sarà un nuovo concorso e restiamo aperti alle collaborazioni, ovvero a medici che vengano in libera professione. Ma è ovvio che le liste si allungheranno. D'altra parte la carenza di medici è generale, molti giovani si iscrivono a diversi concorsi e poi scelgono dove andare. I tempi sono cambiati...».
La dottoressa, che da ormai quindici anni lavora in Azienda sanitaria e vanta una lunga esperienza nel settore del servizio per le dipendenze, essendo stata anche dirigente per le patologie psichiatriche presso l'Unità operativa dipendenze, coordinatrice territoriale alcologia e tabagismo e responsabile dell'Unità operativa dipendenze del dipartimento salute mentale, lancia un appello.
«Ai giovani colleghi dico che il SerD è un ambito di lavoro affascinante, con tanti progetti innovativi, sperimentazioni, ricerca, collaborazioni con l'università. È un lavoro variegato e spero che presto si rivolgano a noi per venire qui a lavorare». Come accennato stiamo parlando di un settore nel quale la richiesta è in crescita: c'è il "grande contenitore" della Salute Mentale, al quale afferiscono vari servizi (Psicologia clinica, Neuropsichiatria infantile, Centro per i disturbi del comportamento alimentare e appunto SerD), e sempre più persone hanno bisogno di essere prese in carico.
Commenta ancora la dottoressa Levari: «Non c'è un unico motivo degli aumenti di domanda, non si vedono picchi. Certo il disagio giovanile è cresciuto e porta poi a conseguenze diverse. Noi lavoriamo tanto sulla prevenzione e sui corretti stili di vita, che riducono molto le problematiche. E ci sono le alleanze con scuole e università, con le quali portiamo avanti molti progetti».