Religione / Ordini

Crisi di vocazioni, i Camilliani lasciano Trento (erano rimasti in due)

L’addio di padre Fausto e padre Davide, assistenti spirituali al Santa Chiara e alla Apsp De Tschiderer: una lunga storia di presenza, ma i tempi sono cambiati. «A malincuore il 30 settembre 2024 lasceremo Trento», scrivono i due, ringraziando tutti per l'affetto ricevuto.

TRENTO. Tra qualche giorno i religiosi Camilliani chiuderanno definitivamente la loro comunità e lasceranno Trento e il Trentino dopo anni di servizio. Ne erano rimasti due, i fratelli valtellinesi Davide e Fausto Negrini, che prestano servizio come assistenti spirituali: padre Davide all'ospedale Santa Chiara da gennaio 2016 e padre Fausto che è stato al San Camillo dal dicembre 2017 fino al marzo 2020 e all'Apsp Beato de Tschiderer da ottobre 2018.

Il rapporto dei Camilliani con il Trentino parte da lontano e ci sono paesi dove le vocazioni fiorirono. Tra questi, Fornace che ebbe con fratel Domenico Lorenzi la prima vocazione camilliana del Trentino, ma anche Cavizzana, Sevignano, Mezzolombardo e Segonzano.

«La curiosità e l'interesse verso i religiosi che portavano una croce rossa sulla veste talare deve essersi diffusa tra i giovani del Trentino quando, durante la Seconda guerra mondiale, gli studenti camilliani di Teologia da Verona furono sfollati a Prabubolo di Ronchi di Ala. Da allora sono nate numerose vocazioni e si sono diffuse varie opere sul territorio», ricordano i fratelli Negrini che ripercorrono la storia della comunità.

Negli anni 50 è segnalata la presenza dei Camilliani come Cappellani all'Ospedale di Ala. Nel 1962 si aprirono a S. Vito di Pergine e Vigolo Vattaro un Seminario per studenti delle Scuole Medie Inferiori, che rimasero in funzione fino al 1980.

Dagli ultimi anni '70 fino all'82 i Camilliani ressero anche la Parrocchia di S. Vito di Pergine. Con la chiusura del Seminario di S. Vito la comunità camilliana si trasferì in città a Trento presso l'Istituto per sordi de Tschiderer, con compiti di direzione e assistenza spirituale.

«Ricordiamo qui la figura di padre Giovanni Pisetta. All'iniziò degli anni '80, grazie all'impegno di padre Alfredo Rizzi, i camilliani intrapresero un lungo lavoro di accompagnamento e cura dei tossicodipendenti a Trento e a Nomi».

E ancora: «Nel 1985 i camilliani, nella persona di padre Beppino Taufer, iniziarono a Pergine Valsugana un lavoro di accoglienza e riabilitazione per soggetti con disturbi psichiatrici per periodi prefissati e in accordo con i Servizi psichiatrici.

Nel l 2010 i camilliani vennero trasferiti nella canonica della parrocchia del S. Cuore e nel settembre 2021 presso l'oratorio della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo.

La carenza di vocazioni ha spinto la Provincia Nord Italiana dei Camilliani a chiudere due comunità, tra cui quella di Trento. «Ed è così che a malincuore il 30 settembre 2024 lasceremo Trento», scrivono padre Fausto e padre Davide ringraziando tutti per l'affetto ricevuto.

 

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