Vitalizi d’oro: pagati 18 milioni di anticipi. A un (o una) consigliere, maxi assegno da 1,8 milioni
Il flop della riforma del 2014: in 10 anni la Regione ha dovuto restituire una cifra iperbolica a 27 ex che nel frattempo avevano maturato i requisiti
LA PROTESTA L'ira della Cgil
TRENTO. Per dieci anni - ovvero dalla riforma dei vitalizi del 2014 - ci hanno fatto credere che quella legge regionale avrebbe tagliato drasticamente le rendite degli ex consiglieri regionali/provinciali.
Purtroppo, come qualcuno aveva subodorato già allora, questa legge aveva un «baco» in grado di inficiarne gli effetti di risparmio.
Si trattava nel 2014 di 40 consiglieri o ex consiglieri in attesa di vitalizio alle quali era stato richiesto di restituire la cifra attualizzata che avevano già ricevuto, in forza della legge del 2012, in attesa di maturare il diritto per riaverla. Il totale del valore attuale netto assegnato a questi 40 era allora di 19.330.897.15 euro. Quasi 20 milioni che in effetti la Regione allora si riprese.
Salvo poi vedersi costretta a restituirli, come si dice, con gli interessi, più che salati. Infatti, in questi dieci anni - dal 2014 al 2024 - di quei 40 sono stati 27 gli ex consiglieri che hanno già maturato il diritto all'assegno vitalizio e a ricevere la maxi-anticipazione del vitalizio.
Il risultato è che per soli 27 ex consiglieri regionali (ne mancano dunque ancora 13) la Regione ha già versato 18.291.964,38 euro, quindi ha perso quasi tutti i soldi che aveva recuperato.
C’è anche un consigliere o una consigliera (purtroppo il consiglio regionale non fornisce più i nomi) che ha ricevuto 1.810.061,85 euro - a cui naturalmente si aggiungerà l'assegno mensile (circa 3.000 euro netti al mese).
Le cifre sono state diffuse nella risposta a una interrogazione presentata dal consigliere di Onda Filippo Degasperi.
Tutti i dettagli sull’Adige oggi in edicola.