Il Coordinamento Sos Rsa: “Sempre meno servizi, stop agli aumenti delle rette”
”Negli ultimi tre anni sono stati infatti pesantemente ridimensionati (talvolta soppressi completamente per lunghi mesi) molti servizi, anche quelli indispensabili, come ad esempio la riabilitazione, la cura della persona, oppure le attività sociali-ricreative, non di meno l’accesso alle visite (ripristinato solo in parte) e molto altro”
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TRENTO. “L’incertezza che si pone dal panorama attuale” – scrive in un comunicato il “Coordinamento Sos Rsa – Rispetto Solidarietà Assistenza” non promette niente di buono. È inaccettabile vengano concessi ancora, come ripetersi ogni anno, aumenti delle rette a carico degli ospiti a causa della incapacità di programmazione da chi rappresenta le Rsa nelle istituzioni e dalle istituzioni stesse, e a causa dalla incapacità dimostrata di non essere stati in grado di “approfittare” all’accessibilità ai ricchi fondi del Pnrr – nati proprio dall’Europa per sostenere le strutture sanitarie in occasione della pandemia”.
”Assolutamente inopportune e irricevibili, in questo contesto socio-economico, saranno le presunte proposte di aumento delle rette che, come sempre, graveranno inevitabilmente nelle tasche degli ospiti e delle loro famiglie. Per molti i costi non sono più sostenibili.
I servizi delle Rsa trentine sono sotto gli occhi di tutti ampiamente in peggioramento, e questo allarmerebbe gli ospiti e i loro familiari per quanto riguarda il temuto aumento delle rette riproposto ogni anno a fine anno proprio sotto le festività natalizie, ma concordato sottobosco tra la Provincia e i soliti noti rappresentanti delle Rsa nelle istituzioni (Upipa e Spess)”.
”Secondo il coordinamento “Sos Rsa – Rispetto Solidarietà Assistenza” il pericolo non si limita alla evidente inflazione in corso sui prezzi dei beni e servizi, ma anche alla palese riduzione dei servizi offerti e della qualità degli stessi già avvenuta durante il corso del periodo post-pandemico e alla ben discussa riduzione del parametro infermieristico nelle strutture imposta “temporaneamente” nel 2022 dal precedente direttore generale del Dipartimento salute della Provincia Autonoma di Trento”.
”Ora il periodo emergenziale è abbondantemente terminato e la “transitorietà" è di fatto conclusa. Con la fine del periodo emergenziale conseguentemente dovrebbero essere cessate tutte le modifiche introdotte durante il suddetto periodo eccezionale, ma purtroppo sono invece diventate la nuova normalità. Sono dunque definite assolutamente inopportune e irricevibili, nell’attuale contesto socio-economico, le prossime proposte di aumento delle rette che, come sempre, graveranno nelle tasche degli utenti e delle loro famiglie”.
”Negli ultimi tre anni sono stati infatti pesantemente ridimensionati (talvolta soppressi completamente per lunghi mesi) molti servizi, anche quelli indispensabili, come ad esempio la riabilitazione, la cura della persona, oppure le attività sociali-ricreative, non di meno l’accesso alle visite (ripristinato solo in parte) e molto altro”.
”Con quello che si paga mensilmente ancora oggi risultano alcune strutture che vedono stipati fino a quattro residenti a camera, con evidenti problematiche di convivenza. L’animazione è proposta ancora ridotta e in alcune è solo ripresa in parte a seguito delle rigide misure intraprese durante la pandemia. Tali disservizi dovrebbero semmai impattare in diminuzione delle rette” – fanno sapere – “anziché essere imposte al rialzo!”. Ci ricordiamo – dicono i rappresentanti – che in tutti questi ultimi anni di ampia e carente erogazione dei servizi, i residenti con le loro famiglie hanno continuato a pagare il costo intero, con immensi sacrifici, ma nulla è stato loro decurtato per i servizi a lungo non erogati durante la situazione pandemica”.
”Per molti i costi da tempo non sono più sostenibili. Un dibattito che invoca ancora una volta ad una riorganizzazione del sistema delle Rsa, più volte richiesta alle istituzioni da parte di questo coordinamento “Sos Rsa” e da molte altre associazioni dei familiari sul territorio nazionale, che tenga in considerazione anche il coinvolgimento diretto e trasparente dei familiari – primi stakeholder e unici azionisti di questo delicatissimo settore – anche con partecipazione attiva ai tavoli di decisione con le altre categorie coinvolte e la politica locale. Il coordinamento rinnova infine la costante gratitudine a quel poco personale rimasto delle Rsa per il costante impegno nel loro servizio facendo di tutto per sopperire alla carenza dei colleghi operatori”.