"Basta lager di Stato": presidio a Trento contro il centro di detenzione per migranti
Manifestazione promossa da molte realtà, stasera, davanti a palazzo Thun, mentre in consiglio comunale si discute la proposta della Provincia di realizzare in città un Cpr. Non nuove strutture ma la chiusura di quelle già esistenti in Italia e Albania è la richiesta degli attivisti, che rilanciano invece il sistema di accoglienza diffusa e di inclusione sociale delle persone richiedenti asilo
ANNUNCIO Fugatti: contatti con il ministero per aprire un Cpr a Trento
CUCCHI "Cpr luoghi illegali di propaganda e di speculazione"
TRENTO - No alla costruzione in Trentino (né altrove) di un centro per il rimpatrio di migranti. È lo slogan principale della manifesazione cominciata in centro città verso le 17.30 di oggi, mercoledì 20 novembre.
Un nutrito gruppo di attivisti (nella foto dal profilo Fb dell'Assemblea antirazzista) si è riunito davanti a palazzo Thun, sede comunale, per rinnovare il no alle politiche (anti)migratorie del governo. Sullo striscione esposto si legge "No Cpr. Basta lager di Stato. Ne qui né altrove".
La scelta di giorno e ora non è casuale, perché in contemporanea il consiglio comunale discute per la prima volta la proposta avanzata dalla Provincia, sulla base delle indicazioni governative, di realizzare a Trento un Centro di permanenza per il rimpatrio.
Un centinaio di persone che hanno voluto così ribadire, come già fatto delle settimane scorse da qualche partito e varie realtà sociali (come l'Assemblea antirazzista), l'opposizione dopo l'annuncio del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, circa l'imminente apertura a Trento di un centro di permanenza e rimpatrio (Cpr).
L'ipotesi dell'ente pubblico sarebbe di collocare la struttura di detenzione amministrativa (per cittadini non comunitari privi di documento di soggiorno o destinatari di un provvedimento di espulsione) in Destra Adige, lontano dal centro abitato di Piedicastello, a sud della zona dove attualmente ha sede la Motorizzazione.
"Come realtà sociali e politiche cittadine - scrivono i promotori del presidio odierno - saremo in via Belenzani, dentro e fuori l’aula, per seguire la discussione e portare la nostra netta contrarietà ad un centro di detenzione per migranti.
Fra le voci critiche quella del coordinamento provinciale di Alleanza Verdi Sinistra, che in una nota dello scorso settembre scriveva: Fugatti è tornato a rilanciare l'idea di costruire un Cpr nel comune di Trento, un’iniziativa che benché s’inserisca pienamente nel clima di repressione e restringimento degli spazi democratici che il governo Meloni e la Lega alimentano quotidianamente, non può che lasciarci indignati. I Cpr sono buchi neri dei diritti, luoghi che privano le persone della propria libertà a prescindere e che mettono in discussione le più basilari garanzie costituzionali, senza che necessariamente sia stato commesso un reato. Infatti, numerosi sono i casi di autolesionismo e suicidi, spesso a danno di persone già traumatizzate.
Il Trentino ha una lunga storia di volontariato e di accoglienza, che per anni lo ha fatto conoscere come un territorio di riferimento per la solidarietà. La visione di reciprocità che ci stava distinguendo a livello nazionale, sembra lasciare posto alla retorica della paura sotto il falso ideologico della sicurezza.
Per queste e per tante altre ragioni ci batteremo perché nessun Cpr sia mai costruito sul nostro territorio, né in quelli vicini, e lavoreremo per sostenere un ritorno all'accoglienza diffusa, unica strada per ricostruire un Trentino veramente solidale e aperto alla convivenza".