I medici trentini scelgono la continuità: de Pretis presidente dell’Ordine
Tre professionisti su 4 hanno optato per la lista del presidente uscente Ioppi. Il vincitore: «Avremo una squadra compatta»
TRENTO. Nel segno della continuità: nelle elezioni per il consiglio dell'Ordine dei medici di Trento per il quadriennio 2025-2028, i camici bianchi hanno scelto di appoggiare la lista del presidente uscente Marco Ioppi, che figura fra i candidati ma ha lasciato il posto di capolista al collega Giovanni de Pretis.
L'ufficialità arriverà nella giornata odierna, ma il risultato è netto, perché il 75-80% dei voti è andato a "Innovazione e continuità". Significa che 3 medici su 4 (al netto del riconteggio e di possibili aggiustamenti sui numeri definitivi) chiedono al nuovo presidente di proseguire nel solco lasciato dal dottor Ioppi.
«Questo dato significa che tutti i 15 candidati della nostra lista entrano compatti nel consiglio dell'Ordine» è il commento a caldo del presidente uscente.
Nomi certi sono anche quelli dei revisori dei conti: Luca Del Dot e Leonardo Polizzi (effettivi) e Renzo Barbacovi (supplente) dell'unica lista in corsa ossia "Innovazione e continuità".
Dei 3.200 medici trentini chiamati a votare, si sono presentati in 627. Le urne sono rimaste aperte per due giorni, domenica dalle 9 alle 18 e ieri dalle 9 alle 17. Le operazioni di spoglio sono iniziate subito dopo la chiusura dei seggi, partendo dalle schede per i revisori dei conti, per concludere alle 22 con le verifiche dei voti per il consiglio direttivo.
Tre le liste che si sono proposte: "Innovazione e continuità" con 15 candidati (capolista candidato alla presidenza il gastroenterologo Giovanni de Pretis); "Insieme per la professione" con 15 candidati ( Roberto Cappelletti capolista), "Medici ippocratici" con 5 candidati (capolista Paolo Lisi).
Il problema degli attacchi ai sanitari e i rapporti con l'Ateneo sono due dei temi che il dottor Giovanni de Pretis ha annunciato di avere in cima all'agenda. «L'Università - ha detto all'Adige - è una grande opportunità, ma va concretizzata. Non dobbiamo credere che risolverà la carenza di medici. Ci possono essere effetti positivi a lungo termine con le specializzazioni. Saranno una decina l'anno prossimo. La probabilità che il medico che si specializza a Trento poi si fermi qui è alto, è la specialità che fidelizza, non l'università che invece deve integrarsi molto bene nell'attuale sistema sanitario trentino».