Caos Brennero: il nodo Lueg riaccende il dibattito sul trasporto merci attraverso le Alpi
Il Comitato Mobilità Sostenibile Trentino "Ing. Alberto Baccega" rilancia: bisogna trasferire sin da subito dalla gomma alla rotaia il trasporto merci e utilizzare le ferrovie svizzere e gli altri valichi alpini, per collegarsi da e per le destinazioni del Nord Europa (Foto di archivio)
LAVORI Lunghe code già da Vipiteno al Brennero, l’Unione albergatori protesta
TRENTO. “La manutenzione straordinaria del ponte Lueg in territorio austriaco sta mettendo in luce le criticità storiche del corridoio Scandinavo Mediterraneo, in particolare sull'autostrada A22. L'intervento, che si protrarrà fino al 2030 con un investimento di circa 390 milioni di euro, minaccia di paralizzare uno dei principali assi di collegamento tra l'Italia e il Nord Europa”. Lo denunciano i portavoce del Comitato Mobilità Sostenibile Trentino "Ing. Alberto Baccega".
E aggiungono: "Il valico del Brennero è quello a maggior flusso di traffico tra i valichi alpini, con circa 55 milioni di tonnellate di merci all'anno, di cui il 70% su strada e solo il 30 per cento su rotaia. Questa situazione è il risultato di politiche dei bassi pedaggi fatte dalle autostrade e dello sconto delle accise sui combustibili fossili".
Il confronto con la Svizzera è emblematico spiega il Comitato: "Gli autotrasportatori beneficiano di uno sconto sulle accise di 214,18 euro per mille litri di gasolio, mentre la Confederazione Elvetica ha inasprito le tasse con il TTCP ai mezzi pesanti e ha potenziato le ferrovie con le gallerie del San Gottardo di 57,1 km e del Lötschberg di 34,6 km".
E ancora: "Le associazioni degli autotrasportatori protestano energicamente, i sindaci anche e in particolare quello di Avio chiede che venga fatto un nuovo ponte sull'Adige per decongestionare la statale destra Adige, che verrà interessata da maggiori traffici per l'uscita di mezzi pesanti dai caselli di Affi e Ala-Avio, per "sfuggire" alle lunghe code, e indirizzarlo verso la SS12. La provincia autonoma di Trento pensa che con la realizzazione della terza corsia fissa e dinamica sull'A22, "magicamente" si elimineranno le code. Pazzesco. Si continua a trovare soluzioni stradali a problemi che non sono stati risolti in passato. I nodi vengono al pettine”.
La soluzione c'è, sostiene il Comitato: “Trasferire sin da subito dalla gomma alla rotaia il trasporto merci e utilizzare le ferrovie svizzere e gli altri valichi alpini, per collegarsi da e per le destinazioni del Nord Europa". In particolare, evidenziano come "l'interporto di Trento Roncafort viene scientemente evitato dagli operatori dell'autotrasporto che non intendono servirsi della modalità RO.LA, sostenuti dalle politiche di Trento e Bolzano".
"La Ro.la attestata a Roncafort per almeno 15-20 coppie di treni al giorno non avrebbe bisogno di ulteriori investimenti infrastrutturali e by-passerebbe il collo di Lueg", spiegano i portavoce, sottolineando come questa soluzione venga sistematicamente ignorata.
Il Comitato denuncia anche la criticità della logistica: "Gli attuali interporti hanno potenzialità insufficiente per trasferire le merci dalla gomma alla rotaia. Ad esempio il centro intermodale di Verona QE è saturo".