Scuola / Il problema

Professori, posti vacanti non coperti del tutto: emergenza nelle materie scientifiche

Superiori, il numero di iscrizioni al concorso straordinario per assunzioni a tempo indeterminato di personale docente della Provincia in molti casi non copre le esigenze

TRENTO. Requisiti troppo limitanti e i posti vacanti non verranno coperti del tutto, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado. È questa la chiave di lettura che dà Monica Bolognani, segretaria generale della Cisl Scuola, sull'esito delle iscrizioni del concorso straordinario per assunzioni a tempo indeterminato di personale docente della Provincia.

A metà dicembre sono scaduti i termini della presentazione delle domande, e sono arrivate 181 iscrizioni. Ma se per alcune classi di concorso i numeri sono buoni, o almeno in grado di coprire le esigenze, in altre la situazione è difficile.

A soffrire sono in particolare le materie cosiddette Stem, ovvero l'insieme di quelle scientifiche-tecnologiche-ingegneristiche: per il concorso "Scienze e tecnologie informatiche", ad esempio, a fronte di ben 25 posti vacanti gli iscritti sono stati solamente 12. E anche per le classi di concorso che riguardano "Matematica", "Scienze e tecnologie chimiche", "Scienze matematiche applicate" e "Scienze naturali, chimiche e biologiche" il saldo tra iscritti e posti vacanti ha dato esito negativo. Insomma, il meno davanti si traduce in cattedre certamente scoperte anche il prossimo anno scolastico.

Inoltre, secondo la previsione del piano triennale delle stabilizzazioni, le classi di concorso della prima tornata potrebbero rivedere un concorso nel 2028: in tal caso, quindi, i posti resterebbero vacanti molto a lungo.

«Non va dimenticato che nel frattempo, verosimilmente già all'inizio del prossimo anno scolastico, ci saranno dei pensionamenti e quindi i posti vacanti potrebbero aumentare. Inoltre non è matematico che tutti gli iscritti attuali accederanno al ruolo, nonostante la prova non sia selettiva, considerando che il Dipartimento deve verificare i requisiti degli iscritti. Con questi numeri si potrà tamponare per il 2025/2026, ma poi il problema si riproporrà e, se non si troveranno soluzioni, resterà cronico per i prossimi tre anni. Per le Stem c'è un'emergenza, così non può essere garantita la continuità didattica. Noi avevamo previsto che alla fine si sarebbe creata una situazione del genere, per questo avevamo chiesto di aprire i concorsi con gli stessi requisiti del nazionale, ovvero la laurea e i 3 anni di servizio, oppure i 23 Cfu. In Trentino i criteri sono differenti, i docenti devono possedere tre requisiti, ovvero l'essere iscritti nelle graduatorie di istituto in provincia, l'aver lavorato in una scuola provinciale o statale almeno 3 anni e infine - la novità - di avere l'abilitazione o almeno l'iscrizione ai percorsi universitari abilitanti».

E il nodo, sta proprio in questo terzo punto. Prosegue Bolognani: «Il problema è che questi percorsi sono partiti in ritardo e sono stati aperti a numero chiuso,e molte persone sono rimaste tagliate fuori. Questo aspetto diventa decisivo alla luce dei dati su iscritti e posti vacanti, che confermano una situazione in bilico. L'assessora Gerosa, nel presentare il piano triennale, aveva detto che in caso di necessità diverse sarebbero state apportate delle modifiche. Ecco, crediamo e speriamo che alla luce dei numeri l'assessora faccia una riflessione sul reclutamento».

L'idea è quella di ampliare le adesioni, per "allargare le maglie". Poi gli eventuali "paletti" possono essere inseriti più avanti nel percorso del singolo docente. «Ad esempio con un primo anno di prova, puntando sulla formazione e il monitoraggio delle competenze didattiche ed educative», suggerisce la sindacalista.

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