Denuncia shock sui social: «È stata stuprata una nostra compagna»
Le parole sul profilo del gruppo femminista trentino Non una di meno - Trento: «È un uomo che ha tradito la fiducia accordatagli abusando di una donna in un momento di fragilità. Era un nostro amico fidato, un alleato...»
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TRENTO - «È stata stuprata una di noi». Sono le dure parole apparse ieri sui profili social del gruppo transfemminista Non una di meno - Trento.
Una denuncia «collettiva», che vuole essere non solo il racconto di un terribile episodio di cronaca ma anche l'occasione per esprimere piena solidarietà a «una sorella abusata in un momento di fragilità».
Nel testo si legge: «Ci troviamo ancora una volta a denunciare il mancato rispetto del consenso di una donna che non era in grado di esplicitarlo: "l'alleato" ha esercitato in modo ancor più vigliacco e vile il proprio potere. Guardiamoci sempre le spalle a vicenda, perché un uomo che si dichiara "alleato" non è garanzia di rispetto e sicurezza».
Questo post vuole essere la denuncia di uno stupro subito da una di noi - si legge - da parte di un "compagno" che oltre ad essere un "amico fidato", si è sempre dichiarato "alleato" attraversando i nostri spazi pubblici. Un uomo che ha tradito la fiducia accordatagli abusando di una nostra sorella in un momento di fragilità».
Il post è anche un appello alle donne: «Sorelle, guardiamoci sempre le spalle a vicenda, perché un uomo che si dichiara "alleato" non è garanzia di rispetto e sicurezza.
Non entreremo nello specifico della vicenda perché non riteniamo di dover dare dettagli per essere credute: per noi "sorella io ti credo" vale nel momento in cui una donna dice di essere stata stuprata.
Quello che ci preme è una presa di posizione politica al fianco di nostra sorella, nelle cui mani sta la libera scelta rispetto ad una denuncia in ambito giudiziario, fermo restando che non abbiamo bisogno di tribunali che sanciscano se il fatto sussiste o meno, soprattutto in un sistema che troppo spesso non solo non riconosce le violenze, ma anzi vede la donna rivitimizzata e messa sotto accusa.
Quello che ci preme è una presa di posizione politica al fianco di nostra sorella, nelle cui mani sta la libera scelta rispetto ad una denuncia in ambito giudiziario, fermo restando che non abbiamo bisogno di tribunali che sanciscano se il fatto sussiste o meno, soprattutto in un sistema che troppo spesso non solo non riconosce le violenze, ma anzi vede la donna rivitimizzata e messa sotto accusa.
Come movimento transfemminista siamo al fianco di nostra sorella: diamo voce alla sua rabbia attraverso questa denuncia pubblica!
Lo stupratore è il figlio sano del patriarcato: compagni in piazza, fascisti a casa», conclude Non una di meno - Trento.
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