Istituzioni / Lo scontro

Elezioni comunali il 4 maggio: la Regione difenderà la propria legge

Dopo il ricorso al Tar presentato da alcuni sindaci trentini, ostenta tranquillità il presidente Arno Kompatscher, presidente della Regione, che nel dicembre scorso ha firmato il decreto di indizione delle elezioni in primavera

POLEMICA Il Pd critica i sindaci che hanno presentato il ricorso
IL CASO I sindaci trentini ricorrono al Tar: no alle comunali a maggio
DIBATTITO Elezioni comunali il 4 maggio? Il Pd critica la data scelta

di Luisa Maria Patruno

TRENTO - «La Regione difenderà la propria legge nell'assoluta convinzione della sua legittimità». Arno Kompatscher, presidente della Regione, che nel dicembre scorso ha firmato il decreto di indizione delle elezioni comunali in Trentino e Alto Adige per il 4 maggio, ostenta tranquillità rispetto al ricorso contro la data delle elezioni presentato dal sindaco civico di Pergine, Roberto Oss Emer, e da altri amministratori comunali di tutti i colori politici, tra cui il sindaco di Lavis, Andrea Brugnara (Patt), la sindaca di San Michele all'Adige Clelia Sandri (Pd), la sindaca di Drena, Giovanna Chiarani (Onda) e l'assessore di Riva del Garda, Lorenzo Pozzer (Lega).

Il Tar di Trento ha fissato la prima udienza in camera di consiglio per il 6 febbraio. In questa data i giudici amministrativi dovrebbero già decidere sulla richiesta di sospensiva cautelare del provvedimento. Per questo c'è il rischio che venga sospeso il decreto che ha fissato le elezioni al 4 maggio.

I ricorrenti, infatti, rappresentati dall'avvocato Damiano Florenzano, auspicano che il Tar di Trento possa, in tempi rapidi, valutare la sussistenza dei dubbi di legittimità costituzionale della legge regionale, che stabilisce che le elezioni comunali si tengano questa primavera rimettendo la questione di legittimità alla Corte costituzionale.

È in base a questa legge, infatti, che con decreto del presidente della Regione si è scelto il giorno del 4 maggio invece di rinviare le elezioni a settembre od ottobre come chiedono i sindaci che hanno presentato il ricorso per poter completare i 5 anni di mandato, visto che nel 2020 a causa del Covid le elezioni erano state spostate a settembre. L'assessore regionale agli enti locali, Franz Locher, conferma che la Regione resisterà al ricorso: «Abbiamo già parlato con lo studio legale.

Durante il Covid si era votato a settembre perché c'era l'emergenza ora a maggio e sono 4 anni e nove mesi, quindi quasi cinque anni. Quando c'è un ricorso esiste sempre un rischio perché non possiamo sapere cosa decideranno i giudici del Tar ma eliminare quel decreto che ha fissato le elezioni vorrebbe dire mettere in discussione la legge regionale e quindi l'autonomia e le nostre competenze».

Contro il ricorso e a difesa della legge regionale intervengono anche Alessio Manica e Andrea de Bertolini, rispettivamente capogruppo provinciale e regionale del Pd, che scrivono: «Non possiamo che prendere atto con stupore del ricorso presentato da alcuni amministratori e amministratrici rispetto al decreto del presidente della Regione che ha fissato le elezioni il 4 maggio. Con stupore, perché il ritorno al turno primaverile come regola generale per le elezioni comunali era già noto nel 2020 nell'ultima contesa elettorale».

Poi Manica e de Bertolini criticano i sindaci ricorrenti: «E lo stupore è amplificato ove si constati come, nel momento in cui la maggioranza degli amministratori sta occupandosi di organizzarsi per maggio, le censure rispetto a questa scadenza elettorale sono sostenute da chi, rieletto nel 2020, quel mezzo anno che si lamenta perduto l'aveva in realtà aggiunto alla legislatura precedente».

I due capigruppo del Pd comunque escludono che vi siano profili di illegittimità costituzionale della legge regionale e sostengono che Kompatscher ha firmato un atto legittimo perché «nel perimetro normativo della nostra autonomia».

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