Scuola, al Buonarroti allievi di 64 Paesi, che parlano 32 lingue diverse: «spesso adolescenti impauriti dal cambiamento»
L’istituto festeggerà la Giornata Internazionale della Lingua Madre, come ci racconta Solange Zambon, la docente di «italiano come seconda lingua»
TRENTO. «È una città, quella scuola, un posto bello dove si lavora bene!» Solange Zambon, insegnante di L2 (in questo caso Italiano come seconda lingua) sta coordinando il progetto "Il Buonarroti abbraccia le lingue del Mondo", una grande festa in occasione del 21 febbraio, Giornata internazionale della lingua madre.
«La ricorrenza - spiega Zambon - trae origine da una proposta dell'Unesco che vuole ricordare le vittime degli assassini commessi il 21 febbraio 1952 contro un gruppo di studenti dell'Università di Dhaka che protestavano per ottenere il riconoscimento del bangladese come lingua ufficiale. L'importanza che riveste la lingua materna per ogni essere umano è così forte da essere inscindibile dalla persona stessa e a volte, quando per esempio non si sono affrontate esperienze migratorie, questo fatto è sottovalutato».
«Diverso è il caso del Buonarroti - riprende la docente - dove la presenza di ragazzi, docenti e personale non italiofono è del 19%, di cui il 6% riguarda persone nate all'estero e arrivate in Italia negli ultimi anni, mentre il 13% racconta la storia di chi in Italia ci è nato ma la lingua madre è un'altra. Questi adolescenti che arrivano in Italia per necessità e non per loro scelta, affrontano una situazione difficile perché si trovano costretti ad abbandonare la loro vita sociale, la rete di relazioni, tutto il loro mondo e tutto questo è emotivamente doloroso. Sono impauriti dal fatto che imparando l'italiano possano perdere la loro lingua madre».
«Non è così, ovviamente - riprende la docente che si occupa dei laboratori di lingua che si protraggono per tutto l'anno scolastico - e attraverso l'insegnamento deve passare il messaggio che l'italiano è una lingua bellissima e necessaria, ma non per questo si deve rinunciare alla lingua madre, la lingua che racchiude la propria visione del mondo, la storia, la cultura e il modo di esprimersi. Anzi, solo comprendendo la ricchezza della propria lingua madre si può aprire il cuore e la mente per poter poi accogliere la lingua italiana».
Questa è la prima volta che l'Istituto tecnico tecnologico Buonarroti aderisce alla Giornata: manifesti, bandiere e messaggi sono stati posizionati all'interno della scuola, ed è stata raccolta una mole di dati molto interessanti che ben raccontano la multiculturalità di un istituto che ospita 1.842 studenti e un totale di oltre duemila persone provenienti da 64 Paesi e che parlano ben 32 lingue diverse, oltre all'italiano.
«C'è molta supporto da parte di tutti, soprattutto da parte della dirigente Tiziana Rossi, verso questo laboratorio linguistico scolastico, che lavora in stretto coordinamento con il Laboratorio di rete che serve da riferimento per tutti gli studenti delle superiori della città», riprende Solange Zambon, di origine argentina, che tiene a precisare: «Uno dei nostri impegni principali è contrastare l'abbandono scolastico».
Tanti dunque i Paesi di provenienza della "cittadella" Buonarroti, che toccano tutti i continenti e che mescolano lingue di ogni tipo di matrice e alfabeto, da Cuba al Ghana, dal Giappone all'Arabia Saudita, dalla Danimarca alla Cina, al Venezuela e allo Yemen. Tra i Paesi più rappresentati con la maggioranza di ragazzi non italiofoni nati in Italia, ovvero gli studenti di seconda generazione, vi sono Albania, Romania, Marocco e, in misura minore, Tunisia. Tra i giovani invece nati all'estero ed ora a Trento, vi sono studenti provenienti da Pakistan, Moldavia e Ucraina.
«Si cerca - spiega la docente - di partire con le cose più semplici, e usare anche interlingue, quando necessario».