L’allarme / Società

Crisi del sistema di accoglienza migranti in Trentino, i sindacati denunciano il collasso

Cgil e Cisl chiedono un incontro urgente con la Provincia e il Comune: “La tensione all'interno delle residenze ha raggiunto livelli allarmanti, con episodi di violenza sempre più frequenti: un accoltellamento nella residenza Brennero la scorsa settimana e nuovi disordini oggi, 26 febbraio, alla residenza Fersina”

TRENTO. “Il sistema di accoglienza migranti del Trentino è sull'orlo del collasso. Da mesi, la situazione è caratterizzata da un preoccupante deterioramento delle condizioni nelle strutture di residenza Adige, Fersina e Brennero, dove centinaia di richiedenti asilo vivono in condizioni sempre più critiche”.

La denuncia arriva dalla Cgil del Trentino e dalla Cisl, che evidenziano come la combinazione di sovraffollamento in strutture inadeguate, tagli ai servizi e incertezza sul futuro degli affidamenti stia generando una situazione esplosiva. La tensione all'interno delle residenze ha raggiunto livelli allarmanti, con episodi di violenza sempre più frequenti: un accoltellamento nella residenza Brennero la scorsa settimana e nuovi disordini oggi, 26 febbraio, alla residenza Fersina.

“Particolarmente grave è la situazione degli operatori, ormai stremati e a rischio per la propria incolumità. Molti hanno già abbandonato il lavoro, mentre chi rimane si trova in condizioni impossibili, con i gestori del servizio incapaci di garantire le tutele necessarie per la salute e la sicurezza sul lavoro”.

La Cgil e la Cisl denunciano anche il sospetto che dietro questa gestione caotica si nasconda un calcolo politico: "Fare sulla pelle dei richiedenti asilo e dei migranti un'indegna campagna elettorale". Il sindacato sottolinea l'urgenza della situazione, considerando che la residenza Adige chiuderà a fine aprile senza che sia stato chiarito dove verranno trasferite le famiglie ospitate.

La Cgil e la Cisl chiedono un incontro urgente con le istituzioni locali, in particolare la Provincia e il Comune di Trento, prima che gli operatori rimasti decidano di dimettersi in massa, ponendo fine a quella che definisce "un'inconcepibile ed inguardabile pagina di quel Trentino Solidale tanto celebrato nelle cerimonie e nei comunicati stampa".

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