Migranti in Trentino, gli assistenti sociali: senza accoglienza diffusa scarsa inclusione sociale
La presidente Elisa Rizzi: "L'uso di strutture sovraffollate aumenta le situazioni di vulnerabilità e rischio per i migranti e per le comunità ospitanti. Siamo disponibili a collaborare"
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TRENTO - "Come comunità professionale, esprimiamo profonda preoccupazione rispetto all'assetto emergente nella gestione dell'accoglienza dei migranti", scrive in una nota Elisa Rizzi a nome dell'Ordine regionale assistenti sociali del Trentino Alto Adige Südtirol di cui è presidente.
Il sistema, si legge nel comunicato, "dovrebbe basarsi su criteri di umanità e rispetto dei diritti fondamentali" perché "il superamento dell'accoglienza diffusa a favore di strutture sovraffollate non solo ostacola l'inclusione sociale, ma aumenta le situazioni di vulnerabilità e rischio per i migranti e per le comunità ospitanti".
Per l'Ordine degli assistenti sociali "le storie e i bisogni dei migranti richiedono approcci personalizzati, competenti e flessibili, capaci di garantire sicurezza, benessere e integrazione" ed è necessario "promuovere modelli di accoglienza che favoriscano la coesione sociale, il dialogo interculturale e la partecipazione attiva dei migranti è essenziale per costruire comunità più sicure e solidali, prevenendo conflitti e incomprensioni".
Dopo aver espresso solidarietà e riconoscenza a nome dell'Ordine agli operatori e alle organizzazioni che "con professionalità e dedizione si impegnano quotidianamente nelle strutture di accoglienza, in particolare presso la residenza Fersina", la presidente Rizzi ipotizza possibili cooperazioni. "Ci rendiamo disponibili a collaborare con le istituzioni per individuare modelli di gestione in grado di rispondere sia ai bisogni e ai diritti delle persone accolte, sia alle esigenze dei professionisti che operano nel settore e per la stessa comunità trentina", conclude.