Regione: indennità, il consigliere del Partito democratico Paolo Zanella rinuncia agli arretrati
Degasperi, Cia e Demagri non si fidano di come la Regione usa le restituzioni. Vanessa Masè: “Gli aumenti mi responsabilizzano a fare meglio”
INDENNITA' A marzo 20mila euro di arretrati ai consiglieri regionali
TRENTO. Gran parte dei consiglieri provinciali, compreso il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, preferisce fare il pesce in barile quando si tratta di indennità. Incassa e non risponde all'appello di Cgil, Cisl e Uil e delle Acli, che hanno chiesto di rinunciare agli aumenti e in particolare agli arretrati per il 2022 (6.894,36 euro lordi) e per il 2023 (12.221,76 euro lordi) accreditati con la busta paga di marzo e gli arretrati per il 2024 che arriveranno la prossima estate o almeno di versarli nel Fondo regionale per le famiglie e l'occupazione creato per raccogliere le restituzioni dei vitalizi.
Ma c'è anche chi, come Paolo Zanella (Pd), ha invece già deciso di non tenersi gli arretrati e spiega: «Non mi serviva l'appello dei sindacati e di Acli, perché rispondendo alla mia coscienza ho deciso da subito che avrei ridato indietro tutti gli arretrati. E così farò non appena mi arrivano i dati su come viene speso dalla Provincia il Fondo regionale per famiglie e lavoratori: se è tutto sbilanciato su progetti di reinserimento lavoro e poco o niente su famiglie povere o in difficoltà, visto che questa Giunta la povertà la snobba, vedrò se invece che al fondo darli a chi sono certo che li faccia ricadere lì».
Anche gli altri consiglieri del Pd che hanno ricevuto gli arretrati si stanno interrogando sul da farsi e ne parleranno lunedì prossimo alla riunione del gruppo. Zanella, in ogni caso, la sua decisione l'ha già presa. Lucia Coppola (Avs) non ha ancora scelto cosa fare ma precisa: «Io alla fine della passata legislatura ho restituito migliaia di euro, l'indicizzazione, in un fondo per famiglie con difficoltà. Solo io, i Verdi del Sudtirolo e Zanella. Vedrò con questi arretrati che cosa fare sulla base di quanto già verso al mio partito, essendo la sola a sostenerlo, gli arretrati da versare per la scorsa campagna elettorale delle provinciali e le associazioni che già sostengo. Ma non farò annunci pubblici».
La consigliera provinciale Paola Demagri (Casa Autonomia.eu) ora in corsa per l'incarico di sindaca a Cles, dice: «Tutto quello che ho già ricevuto e riceverò lo reinvesto per la comunità con il mio impegno civico non solo a Cles ma dove serve. Non mi fiderei a restituirli alla Regione».
Non si fida neanche Filippo Degasperi (Onda): «Alla Regione non ci penso proprio, li usa per pagare il capo di gabinetto della Zanotelli e i vitalizi». Sul fronte dei consiglieri di maggioranza, a non fidarsi dell'uso che delle restituzioni farebbe la Regione è anche Claudio Cia che non rinuncerà agli arretrati anche se dice: «Personalmente non sentivo il bisogno di questo aumento, comunque io sto già aiutando alcune famiglie bisognose e farò in modo che l'aiuto sia più sostanzioso. Preferisco dare i soldi a chi decido io che lasciarli alla Regione».
L'assessore provinciale alla salute, Mario Tonina (Patt), sostiene invece che: «Rinunciare non è più possibile visto che sono già stati accreditati». E aggiunge: «Se decido di fare delle donazioni di certo non vado a pubblicizzarlo».
Mirko Bisesti (Lega), che firmò nel 2023 l'emendamento alla legge che ha agganciato le indennità al rinnovo contrattuale dei dipendenti regionali, sostiene: «Non mi sembra che nel mio emendamento si parlasse di arretrati. Credo che questa sia stata l'applicazione del criterio deciso dalla presidenza del consiglio regionale». Insomma, per Bisesti sugli arretrati avrebbe deciso l'ufficio presieduto da Roberto Paccher.
Vanessa Masè (La Civica) giustifica invece l'aumento e dice: «Può essere giudicato come si vuole, ma io cerco di meritarmi l'indennità facendo il mio lavoro, perché la politica non è tutta brutta e cattiva. Io mi impegno per la comunità e questa indennità mi responsabilizza a fare ancora meglio. Essere consigliere provinciale - aggiunge Masè - vuol dire anche esporsi ed essere presi di mira, fa parte del gioco, l'indennità risponde anche a questo oltre al fatto che non c'è né sabato né domenica».