Il cervello nella Rete
Se la metafora Internet è uno strumento efficace per descrivere le attività del nostro cervello, la complessità del suo funzionamento porta a identificare più reti: ad esempio una rete strutturale, che codifica le connessioni anatomiche tra le diverse porzioni del cervello, e una rete funzionale che sottende le dinamiche di scambio di informazioni tra le diverse regioni.
Spesso l'alterazione di queste “reti” è alla base di numerose patologie neurodegenerative, oppure di sindromi di origine genetica. Qual è la relazione fra loro? Una modifica della rete strutturale, come potrebbe accadere in seguito ad un intervento neurochirurgico, compromette anche la rete funzionale? Due reti funzionali simili implicano necessariamente due reti strutturali simili? Queste sono alcune delle domande oggetto di studio e discussione all'interno della comunità di neuroscienziati e la cui risposta porterà ad una maggiore comprensione dei meccanismi di funzionamento del cervello.
Il seminario di Angelo Bifone illustrerà qual è il legame fra questi studi e alcune patologie neurologiche, quali degli interrogativi aperti hanno trovato riscontro e quali hanno ancora una interpretazione controversa. Bifone spiegherà poi al pubblico in che modo la computer science può contribuire ad interpretare correttamente i dati sperimentali per fare luce sul funzionamento del cervello.
L'importanza della comprensione della struttura sia anatomica che funzionale delle connessioni del cervello è testimoniata anche da una recente iniziativa "ConnectBrain" curata dall'Unità di Neurochirurgia dell'Azienda provinciale per i Servizi sanitari di Trento, che mira a promuovere le nuove tecniche di neuroimaging (utilizzo di tecnologie non invasive di neuroimmagine) per caratterizzare la connettività cerebrale.
La collaborazione FBK- Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova
Se il cervello può essere esso stesso concepito come una grande e complessa rete di connessioni, anche il suo studio richiede che numerose competenze siano messe “in rete". E’ su questa convinzione che la Fondazione Bruno Kessler, attraverso il Laboratorio di Neuroinformatica (NILAb), ha avviato una collaborazione, della durata di cinque anni, con uno dei più prestigiosi centri di ricerca in Italia, l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), in particolare con il Dipartimento di Pattern Analysis & Computer Vision (PAVIS) a Genova. L’obiettivo è di sviluppare metodi e strumenti computazionali per lo studio e l'analisi della connettività cerebrale.