Finardi dai watt all'anima
Finardi dai watt all'anima
«Questo è uno spettacolo nato dalle richieste del pubblico. Il mio concerto elettrico legato al tour di "Fibrillante" ha assunto forme sempre più rock lasciando poco spazio alle parole così mi sono arrivati diversi stimoli per un set meno elettrico, meno rumoroso e più acustico adatto per teatri, spazi limitati». Così Eugenio Finardi ha raccontato ai lettori del nostro giornale le forme del live Parole & Musica che aprirà, questa sera alle 21 la serie di concerti proposti al Teatro comunale di Pergine Valsugana sotto la direzione artistica di Corrado Bungaro .
Uno spettacolo che dopo il successo ottenuto con le oltre settanta date dello scorso anno ritorna in una nuova versione arricchita nella scaletta, negli arrangiamenti dei brani e nella scenografia confermando però l'aspetto intimo e raccolto del recital: a contatto diretto con la platea.
«In Parole & Musica - ci ha detto il cantautore milanese, dalla chioma fluente e ora candida - racconto in quale modo nascono e hanno preso forma le mie canzoni, chi sono e come ho attraversato i miei primi quarantatré anni di musica entrando nelle vite di molti. La scelta dei brani dipende da quanto vado lungo col parlato. Mi piace variare sempre comunque e piuttosto devo stare attento perché se mi lascio andare ho anche una scaletta di tre ore e mezza, con molte canzoni che ho ritenuto adatte proprio alla forma teatrale e alla formazione che mi accompagna».
Al suo fianco sul palco anche stasera a Pergine ci saranno il pianista Paolo Gambino, il chitarrista Giovanni Maggiore e sua nipote Federica Finardi al violoncello. Il cantautore milanese si racconta e racconta in musica, fondendo le sue canzoni a riflessioni personali e aneddoti sulla sua carriera artistica pluridecennale con un live che è anche una forma di ringraziamento verso i suoi numerosi fan, sia quelli storici che quelli delle nuove generazioni che lo hanno scoperto di recente e vedono in lui il «guru» e il capostipite di un modo indipendente e alternativo di fare musica.
Dopo aver dedicato gli ultimi quindici anni all'esplorazione di diversi generi musicali, spaziando abilmente dal blues al folk, fino al fado e alla classica contemporanea, Eugenio Finardi ritrova il piglio agguerrito e incendiario e torna alle sonorità di forte impatto e ai contenuti di grande impegno che hanno contraddistinto i suoi primi album incisi per la Cramps, come «Non gettate alcun oggetto dai finestrini», «Sugo» e «Diesel» senza dimenticare i brani più ispirati di dischi quali «Dal blu», «Colpi di fulmine» e «Dolce Italia», più pop ma egualmente significativi ed ispirati nel quadro di una produzione che negli anni lo ha portato ad esplorare anche i territori della tradizione portoghese, sintomo di una inesauribile curiosità di esploratore musicale.