C'è l'«Amen» di Gabbani per il Centro Musica Awards
Con il brano «Amen» Francesco Gabbani ha conquistato il pubblico dell’Ariston e quello televisivo trionfando nella sezione «Sanremo Giovani» dell’ultimo festival. Proprio l’artista toscano sarà l’ospite, domani sera, dell’evento finale Centro Musica Awards, che si terrà in piazza Fiera, alle 21, con la partecipazione dei sei finalisti. Cantautore e polistrumentista Gabbani già a 18 anni ha firmato il primo contratto discografico con la band dei Trikobalto con i quali oltre ad un album aveva aperto al BlueNote di Milano un live degli Oasis.
Nel 2010 Francesco lascia la band per puntare su una carriera da solista che lo porta nel 2013 a incidere il suo primo cd «Greitist Iz» con i singoli «I dischi non si suonano» e «Clandestino».
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Il suo presente si lega alla vittoria fra i giovani di Sanremo con «Amen» scritto a quattro mani con Fabio Ilacqua e che rappresenta appieno il mondo musicale di Gabbani. Dietro ad una semplice freschezza melodica si cela infatti una sarcastica intenzione a sollecitare riflessioni sul modo di vivere dei nostri tempi. Proprio «Amen» fa parte del suo disco composto da otto tracce inedite, prodotto da Patrizio «Pat» Simonini.
Francesco, ti aspettavi di vincere a Sanremo fra gli emergenti?
«Devo dire che per me è stata una sorpresa assoluta. Speravo di arrivare il più lontano possibile ma non mi ero fatto illusioni. Io e le persone che lavorano con me certo eravamo consapevoli che “Amen” potesse essere un brano con delle potenzialità ma le dinamiche televisive e del Festival non si possono conoscere prima. Comunque ho vissuto tutto con grande positività, con la voglia di vivere una bella esperienza che mi ha riservato il destino».
E il dopo Festival?
«Quando mi sono reso conto della vittoria mi sono tuffato in un periodo molto intenso che sto ancora vivendo. Un momento che vedo come una ricompensa per il percorso che ho alle spalle. Questo riconoscimento mi ha dato visibilità grazie anche all’impatto radiofonico di “Amen”».
Tu parti a diciotto anni con una band i Trikobalto e con un disco prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk: da dove la scelta di percorrere una strada da solista?
«Con il gruppo mi divertivo ma poi ho preferito appunto la dimensione da solista. La preferisco perché così riesco ad esprimermi meglio da solo o con persone che sento vicino alla mia sensibilità di musicista attraverso le mie canzoni. La band da una parte è una famiglia, ti dà protezione ma ti porta per forza a dei compromessi, mentre io cerco la libertà di potermi esprimere come voglio».
Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
«La mia formazione d’ascolto è decisamente variegata. Sono cresciuto con la musica jazz ascoltando Chet Baker e Charlie Parker per arrivare a Rhianna. In mezzo ci sono Beatles, Stones, Pink Floyd e i grandi cantautori italiani come De André, Dalla, De Gregori e Battisti. Io sono per la musica fatta col cuore e la cerco da sempre nei miei ascolti oltre i generi».
Come sarà il tuo live di domani a Trento?
«Per questo tour che si lega al cd “Eternamente ora” ho scelto una formazione a tre. Insieme a me ci sono mio fratello Filippo alla batteria e Lorenzo Bertelloni al piano e al synth. L’idea è quella di trovare un giusto equilibrio fra il sound elettronico e pop del disco e un approccio decisamente più rock’n’roll. Io nasco con la chitarra elettrica addosso e voglio che i miei concerti mettano in luce anche questa mia idea di musica».
Domenica sarai appunto ospite della finale di un contest per giovani musicisti emergenti. Che consiglio ti senti di dare a loro per farsi conoscere?
«Il consiglio più grande è quello di esprimersi con spontaneità. Credo che sia nella musica che in qualsiasi altro tipo di arte quello che conta davvero sia essere veri, essere se stessi nel bene e nel male. Questo alla lunga se si hanno qualità premia e in ogni caso, anche se magari non arriva il successo, si resta coerenti con le proprie idee».