I «Virtuosi» barocchi ad Ala con il super oboe
L'orchestra «I Virtuosi Italiani» si esibisce questa sera ad Ala , nel cortile del Palazzo di Via Nuova (ore 21) con Paolo Pollastri (foto) , solista all'oboe e all'oboe d'amore, in un programma intitolato «Virtuosismi barocchi» , per la programmazione di «Ala città di musica».
Primo oboe solista dell'Orchestra dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia dal 1990, Pollastri si è diplomato col massimo dei voti con S. Gallesi e si è in seguito perfezionato all'Accademia Chigiana di Siena e al Conservatorio di Bruxelles; vincitore di numerosi concorsi internazionali, è stato primo oboe in numerose orchestre di grande prestigio. È responsabile artistico dell'Accademia Barocca di Santa Cecilia e dell'Ensemble J. M. Anciuti.
Numerose sono le sue registrazioni di musiche inedite, come i Concerti di T. Albinoni, i Quartetti di D. Cimarosa e un Concerto per oboe e violoncello di Vivaldi scoperto recentemente; è l'unico oboista italiano ad aver registrato la «Sequenza VII per oboe solo» di Luciano Berio (sotto la supervisione dell'autore) e il «Solo per musetta, oboe, oboe d'amore e corno inglese» di Bruno Maderna. Invitato da Piero Angela, è stato protagonista del «Superquark» dedicato agli strumenti a fiato; invitato più volte ai congressi dell'International Double Reed Society.
Accompagnato dai «Virtuosi», oggi Pollastri eseguirà brani di Antonio Vivaldi, il Concerto op. 9 di T. Albinoni, il Concerto in do min. di B. Marcello e il Concerto per oboe d'amore di J. S. Bach. Simile all'oboe, l'oboe d'amore è di dimensioni maggiori, con timbro pacato e intenso, che lo equipara alla voce di mezzosoprano o di contralto. Bach, come Telemann, scrisse molti brani per questo strumento, che, dopo la grande popolarità acquisita nel '700, cadde in disuso per tutto l'Ottocento; solo alla fine del secolo Richard Strauss e altri compositori iniziarono a riutilizzarlo.