Ritorna, restaurato, Ultimo tango a Parigi
Ritorna nelle sale dopo il restauro ( Cinema Astra oggi ore 21 la versione italiana e domani, sempre alle 21, la versione originale francese sottotitolata ) Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci.
Al suo apparire nel 1972 il film (straordinario successo internazionale con più di 14 milioni di spettatori) fu osannato quanto disprezzato e conobbe una travagliata vicenda con la magistratura italiana (nel 1976 la Cassazione stabilì la distruzione del negativo con perdita per l’autore dei diritti civili per un quinquennio, salvo essere riabilitato 11 anni dopo per il «mutato comune senso del pudore»). Interpretato magistralmente da Marlon Brando, «suggerisce con violenza di prendere su serio (sul tragico) la verità dell’erotismo» (Morandini) e che «è invecchiato bene, ancora capace di parlarci della solitudine e della distanza fra i sessi: molte cose sono superflue e false... ma la strana, infernale plasticità di Brando, la luce pastosa di Vittorio Storaro e la musicale mobilità della macchina da presa di Bertolucci ne fanno un’opera indimenticabile» (Mereghetti).
Brando è un americano vedovo (la moglie si è suicidata) sradicato che vagabonda in preda a una irrefrenabile tristezza per le strade di Parigi. Alle spalle un passato avventuroso, che richiama i soggetti dei film che l’attore ha interpretato nella sua carriera, ed è consapevole che la giovinezza si è eclissata e che deve convivere con un senso doloroso di perdita. L’incontro casuale con una giovanissima ragazza borghese e la loro immediata intesa sessuale lo spinge ad illudersi di poter cambiare la propria esistenza.
Splendidi i titoli di testa ispirati alla pittura di Francis Bacon e la colonna sonora di Gato Barbieri. In parti minori appaiono nomi del vecchio cinema italiano come Massimo Girotti e Mara Michi e una scrittrice celebre come Susan Sontag.