Elisa Maino, star dei social presenta il suo libro a Riva
Ha pubblicato con Rizzoli un romanzo - #Ops - che è diventato un successo editoriale nazionale balzando in vetta alle classifiche dei libri più venduti in Italia, davanti a firme blasonate e celebrate. Cosa che non capita spesso ad un’autrice trentina e certamente non è mai capitata ad una trentina di appena 15 anni.
Elisa Maino è un fenomeno culturale molto interessante per aiutarci a capire gli adolescenti di oggi. Ha 4,5 milioni di followers sui social, è tra i primi cento italiani più seguiti su Instagram , fa video che vengono visti da milioni di persone. Ha ballato, in video, per rapper emergenti e appena pochi giorni fa ha firmato un articolone sul Corriere della Sera .
Esperienze che la stanno portando sempre più spesso lontano dalla sua casa arcense, ma domani il suo tour promozionale (iniziato in piazza Duomo a Milano a maggio) vivrà l’unica tappa trentina a Riva del Garda, alle 18 presso la libreria del «Blue Garden» di viale Rovereto.
Elisa, stai girando l’Italia per presentare il tuo libro, un’esperienza pressoché unica per una quindicenne. Quale finora la tappa più emozionante e cosa ti aspetti dall’unica tappa trentina, nella tua Busa?
«Un’esperienza ricca di emozioni. Tutte tappe speciali. Quella più sorprendente è stata a San Donà di Piave. Un giovedì ricco di persone, me lo ricorderò per sempre. Da Riva non mi aspetto nulla. Spero di essere io quella che sorprenderà i miei concittadini».
Abbiamo visto il tuo libro ai vertici delle classifiche nazionali. Allora non è vero che ai giovanissimi non piace più leggere?
«Credo che inizialmente abbia inciso anche la curiosità e l’interesse di vedermi dal vivo durante le presentazioni. Agli ultimi instore si sono presentate molte persone più gradi della media (14-16 anni) e avevano già letto il libro. Penso di essere riuscita ad appassionare alla lettura un po’ tutti».
La tua vita è cambiata molto rapidamente. Un paio d’anni fa eri una tredicenne con la passione per i video, adesso sei una protagonista del mondo social. Le tue giornate come sono cambiate da allora?
«Sono necessariamente più organizzate e casalinghe. Molto studio e famiglia. Nel tempo libero per forza di cose mi devo poi dedicare ai social...».
Sei passata da televisioni e radio nazionali, fai presenza ai più grandi eventi nazionali e internazionali, stai promuovendo il libro e firmi sul Corriere . Riesci ancora a prenderti il tempo per un giro sul lago con le tue coetanee?
«Il tempo è poco. Nel corso dell’anno scolastico, con l’aggiunta degli impegni di studio, ci riesco solamente a Natale e Pasqua. Per fortuna l’estate aiuta. Ora, instore permettendo, con le mie amiche ci troviamo al lago in spiaggia oppure a bere qualcosa. Scrivere un articolo tutto mio è stata un’esperienza indimenticabile».
Già star della letteratura, quindi a scuola come è andata quest’anno? Gli impegni erano tanti, sei riuscita a coniugarli con lo studio?
«Avevo in dubbio latino, con le versioni faccio un po’ fatica. Sono stata promossa con questo debito. Studierò durante l’estate per recuperarlo».
Che dice la tua prof di italiano? Ha una studentessa che è un’autrice...
«La mia prof ha letto il libro e mi ha scritto che è delicato e scorrevole. Secondo lei appassionerà gli adolescenti ed emozionerà gli adulti».
Quello che era iniziato come un gioco sta diventando anche un’attività professionale. È un aspetto che ti preoccupa, ti fa piacere, ti sorprende? O la naturale evoluzione di un successo mediatico?
«Mi fa piacere. Non credo sia una evoluzione mediatica... molti non sono arrivati dove sono arrivata io. Penso sia un mix di molte qualità».
Ai commenti e alle critiche sui social sei abituata (anche se sono molti di più i complimenti). Delle recensioni dedicate al tuo libro cosa pensi? Il messaggio che volevi mandare è arrivato ai lettori?
«Le critiche, se sono intelligenti, le leggo e le analizzo. I commenti positivi mi danno la forza di andare avanti e mettermi in gioco sempre di più.
Con questo romanzo volevo comunicare l’educazione, il rispetto verso la famiglia e la cultura. Far vedere che anche un adolescente può essere ascoltato... e un adolescente può ascoltare un adulto».