Paolo Benvegnù e Marina Rei in veste acustica sabato 3 per Lagorai d'Incanto
Un concerto di esposizione della memoria, di disobbedienza verso la disattenzione e di gioiosa appartenenza, che si sviluppa tra brani inediti, riletture di classici della canzone italiana e momenti più significativi dei rispettivi repertori. E' quello proposto da uno strano duo di cantautori come quello formato dalla romana Marina Rei e dal bresciano Paolo Benvegnù che saranno in concerto sabato 3 agosto, alle 11, per la rassegna Lagorai d'Incanto a Cinque Valli di Sopra (comune di Roncegno Terme). Con Paolo Benvegnù, per noi uno dei musicisti più creativi del rock italiano, abbiamo parlato della dimensione di questa particolare unione artistica.
Benvegnù, quali sono le radici del sodalizio con Marina Rei?
Con Marina avevamo già collaborato nel 2012 scrivendo insieme il brano "I fiori infranti", contenuto nel disco "La Conseguenza Naturale dell'Errore". Poi ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato questo percorso insieme. Lei è una persona molto divertente, la stimo molto dal punto di vista umano e poi è una madre e come tutte le madri è creatrice nella più giusta delle maniere.
Insomma è rimasto conquistato dall'artista romana.
Sì, la cosa che mi piace di più è che c'è stata questa grande volontà di fare le cose insieme ma con il gusto della ricerca da parte sua. Mi è colpito il fatto che Marina si sia estraniata da un passato fin troppo folgorante e abbia voluto mettersi in gioco. La cosa fantastica è che lei nel corpo di una principessa teutonica ha, in realtà, lo stesso umorismo e la stessa sacralità di vita di Anna Magnani.
Mi incuriosisce un titolo come "Canzoni contro la disattenzione in box" che avete scelto per i vostri conoscerti.
La tournee dell'anno scorso, con sei persone sul palco, era sotto la sigla di "Canzoni contro la disattenzione" poi abbiamo aggiunto il "box": con la band avevamo scelto vari brani nostri ma anche di De Andrè e Dalla, con l'idea di essere, come dire, "istituzionali" e usare la parola come significante contro questo iper narcisismo e superficialità. L'idea successiva è stata di suonare in duo, come faremo in Trentino, per andare verso una comunicazione più essenziale e scarna che è stata apprezzata e nelle cui forme ci proponiamo anche questa estate.
Che live ne è uscito, intendo come mescolate le vostre anime musicali?
Rendiamo omaggio a Battiato e ai Cccp ma suoniamo anche brani dei Marlene Kuntz e di Paolo Conte. Marina con la sua voce e il suo corpo suona tutti gli strumenti specie, la batteria, in maniera eccezionale. Poi ci sono io che cerco di fare del mio meglio: come ogni essere umano di sesso maschile faccio una cosa per volta! O canto o suono la chitarra. Alle volte ci riesco anche contemporaneamente ma i risultati poi, lo so, sono quelli che sono.
Qual è l'aspetto artistico che più la unisce a Marina Rei e quello che maggiormente vi divide?
Ci unisce lo sguardo complice sia dal punto di vista umano che da quello artistico. Lo sguardo sulla bellezza delle cose che abbiamo io e Marina è molto simile. Cosa ci divide? Lei ha una prospettiva diversa, un po' più alta, io guardo le cose più dal basso; questo gioco di sguardi c'è inconsciamente, anche sul palco, io guardo solo lei, quasi mai il pubblico.
Avete pensato ad un disco insieme?
A me l'idea stuzzica molto, tutto sta avere il tempo di farlo perché Marina sta lavorando al suo disco ed io sto finendo il mio, quindi a breve periodo non riusciamo. Però ci stiamo pensando anche perché ci divertiamo tanto insieme e vogliamo lasciare qualcosa di tangibile alla fine di tutto questo.
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