Autunno al Mart: viaggio nelle anime del Novecento
Dalla rivoluzionaria e ribelle danzatrice Isadora Duncan, con gli artisti come Rodin, Stuck, Boccioni, Depero, Casorati, Giò Ponti che la elessero loro musa, alla poetica di Richard Artschawager, nella più ampia antologica a lui dedicata mai realizzata in Europa. E poi i due focus sul confronto tra Bernardo Strozzi e Yves Klein, e tra Gino Rossi e Arturo Martini, fino agli ultimi sviluppi della ricerca del pittore trentino Gianni Pellegrini. Saranno le tante anime del ‘900 la linfa vitale della stagione autunnale del Mart - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto che prenderà il via il 20 settembre per concludersi il 22 novembre.
Con 12 appuntamenti da non perdere, tra grandi mostre, alcune prodotte in loco, approfondimenti, giornate gratuite, attività dedicate alle scuole, un nuovo corso si apre dunque per il Museo - dopo l’insediamento del nuovo cda, la nomina dei componenti del comitato scientifico e la rinnovata energia data dal neopresidente Vittorio Sgarbi - con l’obiettivo, annunciato oggi a Roma dal direttore Gianfranco Maraniello, di reagire alla flessione di pubblico degli ultimi anni facendo «vivere a chi viene in visita un’esperienza. Il Mart non è una particella autonoma, ma parte di una visione di sistema e deve legarsi sempre più specificamente al territorio».
Ad aprire la stagione sarà «Gianni Pellegrini. Sembianze agli occhi miei», a cura di Margherita de Pilati (alla Galleria Civica di Trento, dal 21 settembre al 26 gennaio), poi le due incursioni nel patrimonio del Mart con il dialogo inedito tra Rossi e Martini (dal 4 ottobre) e Strozzi-Klein (dal 25 ottobre). Sempre a ottobre i due grandi ospiti del museo: il 12 apre l’esposizione, a cura di Germano Celant, sui nuclei della ricerca artistica di Artschawager (fino al 2 febbraio), mentre il 19 arriva «Danzare la rivoluzione. Isadora Duncan e le arti figurative in Italia tra Ottocento e avanguardia» (fino al 1 marzo), a cura di Maria Flora Giubilei e Carlo Sisi. Non manca l’indagine sulla relazione tra arte e musica, partendo dalle sperimentazioni del Futurismo, con «Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del Mart» (dal 9 novembre al 29 marzo) e quella sulle ricerche tra parola e immagine con «Intermedia. Archivio di Nuova Scrittura. La Collezione Paolo Della Grazia» (dal 23 novembre al 1 marzo), entrambe le mostre a cura di Nicoletta Boschiero e Duccio Dogheria.
Fino a novembre, dunque, si apriranno una dozzina di progetti ragionati e pensati all’interno di un programma che è stato costruito, afferma ancora Maraniello, «tenendo insieme lo spirito delle avanguardie di primo ‘900 come il futurismo ai valori della tradizione», nella convinzione di «non banalizzare la contemporaneità in termini di attualità».
Se tanti in campo sono i progetti per i mesi autunnali, ancora più ambiziosi sono gli appuntamenti che il presidente Sgarbi ha in serbo per il futuro: a giugno una grande mostra su Caravaggio, poi l’omaggio a Raffaello (di cui nel 2020 ricorrono i 500 anni dalla morte), un focus su Cezanne in relazione all’arte italiana, fino ad arrivare al 2022 con un progetto dedicato a Canova, «magari legandolo a Mapplethorpe», afferma lo storico dell’arte, sottolineando che spesso «ciò che è più antico in realtà è più contemporaneo». «Il dialogo tra antico e moderno al Mart inizia da subito con il confronto tra Strozzi e Klein e tra Gino Rossi e Arturo Martini», prosegue Sgarbi, «l’arte contemporanea deve diventare un concetto esteso. Tutto quello che abbiamo davanti è contemporaneo: è un tema che va ripensato».