Lo Zecchino d'Oro diventa un film
È considerata come la nuova stella del cinema italiano. Nonostante sia molto giovane, Matilda De Angelis si muove bene sia sul grande che piccolo schermo. Il suo esordio nelle sale - nel ruolo di una coriacea pilota di corse automobilistiche - in «Veloce come il vento» di Matteo Rovere, al fianco di Stefano Accorsi, le ha dato la notorietà e tanti premi, fra tutti il Nastro d’Argento come attrice rivelazione dell’anno. Poi sono arrivati altri film e fiction di successo, dove ha dimostrato di essere versatile. Ora su Raiuno, domenica 3 novembre alle 21.25, la vedremo nei panni di Mariele Ventre, la dolce ma determinata maestra di musica che negli anni ‘60 ha formato e diretto (fino alla sua scomparsa) il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, nel tv movie I ragazzi dello Zecchino d’Oro con la regia di Ambrogio Lo Giudice. Al suo fianco Simone Gandolfo nel ruolo di Cino Tortorella – il mitico Mago Zurlì – ideatore e conduttore dello storico programma per bambini canterini. Al centro del racconto, che ha i contorni di una favola contemporanea, Mimmo (Ruben Santiago Vecchi) di 9 anni, emigrato dalla Sicilia a Bologna con i genitori. È un bambino complicato, poco incline allo studio, appartenente a una classe sociale modesta rispetto a quella dei suoi compagni di scuola. Il 1968 era lontano a venire e la differenza di classe era palpabile. La sua mamma (Maya Sansa), tenace donna del Sud, capisce presto che ha una bella voce e lo iscrive al concorso destinato ad entrare nella storia della tv italiana: lo Zecchino d’Oro.
Matilda, studiandola, che idea si è fatta di Mariele Ventre?
«È stata una donna determinata, resiliente ma nello stesso tempo una persona che sapeva quando era giusto farsi avanti e fare un passo indietro, sempre per ottenere qualcosa di superiore finalizzato al suo amore per l’insegnamento. Al suo amore per i bambini, per la musica. Penso che Mariele Ventre sia stata una figura femminile che, a cavallo tra le fine degli anni ’50 e l’inizio dei Sessanta, sia stata centrale all’interno di un progetto. Una donna moderna che sapeva dove poteva arrivare. Il suo insegnamento è ancora vivo oggi: se hai davvero talento devi buttarti, esibirti, impegnarti e mai adagiarti».
Prima di fare l’attrice lei ha inciso anche un disco con la sua band Rumba de Bodas. Data la passione per il canto, guardava in tv lo Zecchino d’Oro?
«Ho sempre seguito questo programma fin da bambina, avevo tutti i cd nuovi ma anche le canzoni del passato grazie a mia madre. Il mio brano preferito rimane “44 gatti”, la cantavo in ogni momento, anche se apparteneva a un’edizione nella quale non ero ancora nata».
Ha mai provato a partecipare?
«Sì, ho tentato anche per superare una mia diversità: avevo la voce profonda che mi ritrovo oggi. Pensate a una bimba di tre anni con una voce da “orco”. Gli altri bambini mi prendevano in giro e così mia madre, che credeva in me, mi ha iscritta allo Zecchino d’Oro, ma non sono riuscita a cantare per la vergogna e sono scappata via di corsa».
Adesso a cosa sta lavorando?
«Sto girando a Malta il film “L’isola delle rose”, di Sydney Sibilia, basato su una storia vera nella quale interpreto la moglie dell’ingegnere (Elio Germano) che ha ideato e realizzato questa piattaforma al largo dell’Adriatico».