Colosseo, Uffizi e Pompei sono i musei più visitati
Oltre 55 milioni di visitatori nel 2019 per i musei italiani. Con un lieve calo rispetto al 2018 in gran parte dovuto alle ondate di maltempo, che ha fatto soffrire i parchi archeologici e siti all'aperto, ma anche alla parziale cancellazione delle domeniche gratuite, poi ripristinate e rese permanenti da Dario Franceschini con il suo ritorno al Collegio Romano a settembre di quest'anno.
Al top c'è sempre il Colosseo, da sempre il monumento più iconico e gettonato d'Italia, nel 2019 con 7,5 milioni di presenze, circa 100 mila in meno rispetto ad un anno fa. Seguono le Gallerie degli Uffizi - per la prima volta considerate nel loro insieme, cioè con il giardino di Boboli e Palazzo Pitti che si aggiungono alla celeberrima pinacoteca - con 4,5 milioni di visite, e quindi gli Scavi di Pompei, di fatto l'unico sito archeologico che non risente nemmeno di pioggia e bufere riuscendo nel miracolo di 160 mila presenze in più, per un totale che ormai si avvicina ai 4 milioni di biglietti staccati (erano 2,5 milioni non più di cinque anni fa).
Tant'è, risultati comunque " straordinari" commenta Franceschini, che mercoledì prossimo presenterà alla stampa i nuovi 12 bandi internazionali per altrettanti musei (dentro ce ne sono 8 che sono stati appena promossi, dal Complesso dei Gerolamini al Palazzo Reale di Napoli, dalla Pinacoteca di Bologna al duo romano di Palazzo Venezia e Vittoriano).
Il ministro Pd al suo secondo mandato alla guida del ministero fondato da Spadolini sottolinea soddisfatto il successo dell'autonomia gestionale - perno della riforma che porta il suo nome - che ha permesso il rilancio di tanti gioielli della cultura, dalle Gallerie Nazionali delle Marche al Museo di Capodimonte, che oggi sono in buona posizione nella top ten dei 30 musei più visitati. "A qualche anno dalla riforma dei musei - dice - i risultati straordinari si vedono sempre di più grazie al lavoro dei direttori e di tutto il personale".
Se il numero dei visitatori quest'anno per la prima volta dopo anni di costante ascesa non è aumentato, sono comunque cresciuti gli introiti per le casse statali, con un +5% che equivale ad un incremento di circa 12 milioni di euro, in parte dovuti ai nuovi piani tariffari proprio dei tre big Colosseo, Uffizi e Pompei. "Più incassi vogliono dire più risorse per tutela e ricerca, servizi museali" ribadisce quindi Franceschini annunciando che si proseguirà "sul percorso dell'innovazione".
Nella top 30, che da sempre fa la parte del leone per numero di visitatori e incassi, ci sono conferme e novità. Con i casi più che positivi delle Gallerie Nazionali delle Marche (+36,8% ingressi) e del circuito dei musei napoletani (Museo Capodimonte +34,2%, Castel Sant'Elmo +18,7%, Palazzo Reale + 11% , Museo archeologico Mann da 616 mila a 670 mila visitatori) ma anche delle Terme di Caracalla a Roma (+10,9%) e il Museo di Miramare a Trieste (+10,7%). Dall'altra le situazioni più deludenti riguardano la Reggia di Venaria (che perde 120 mila visitatori), la Reggia di Caserta (che perde 125 mila persone) e a Firenze le Gallerie del Bargello (che perdono 60 mila visitatori) mentre a Roma la Galleria Borghese vede diminuire le sue presenze di circa 40 mila unità.
Tra i record segnalati dagli esperti del ministero anche quello del Pantheon a Roma , dove non si paga il biglietto e dove i visitatori sono stati nel 2019 più di 9 milioni (+4% rispetto al 2018). E poi Matera, che pur non entrando nella top 30, con l'anno della cultura ha visto crescere di 50 mila unità gli ingressi nel suo museo (+20%).
Quanto alla soppressione parziale e temporanea delle domeniche gratuite, il riflesso negativo sul numero totale di visitatori c'è indubbiamente stato, ma secondo gli esperti di statistica Mibact ha colpito di più i musei piccoli, già svantaggiati in partenza anche dal fatto di trovarsi lontano dalle rotte più battute del turismo. Tra le regioni, infine, si conferma il primato del Lazio, regina assoluta della top, seguita dalla Campania che con il successo ritrovato di Pompei e il nuovo appeal di tanti istituti napoletani ha ormai strutturalmente scavalcato la Toscana, terza davanti alla Lombardia.