L'intervista a Raphael Gualazzi domenica 25 a Castel Thun in Val di Non con il suo pianoforte

di Fabio De Santi

I suoi brani sono pieni di sfumature e contaminazioni che parlano del presente attraverso una fusione tra musica urban, pop, elettronica, soul, vintage e africana, arrivando alla chanson d’autore, a marcette da teatro-canzone e a omaggi dedicati anche a Rossini, Demetrio Stratos, Serge Gainsbourg, e Mina. Lui è Raphael Gualazzi e insieme al suo pianoforte, domenica 25 ottobre alle 15.30, sarà in concerto al Campo dei Tornei di Castel Thun in Val di Non per il Festival dei Castelli trentini. Un live che si lega anche al suo ultimo disco “Ho un piano” lanciato in occasione dell'ultimo Sanremo grazie al brano “Carioca”.

Gualazzi iniziamo dalle forme del suo concerto di domenica a Castel Thun?

“Sono curioso di esibirmi in un contesto come quello del maniero in Val di Non. Si tratta di un live per pianoforte e voce giocato sulle canzoni del mio passato, alcuni brani  dal mio ultimo lavoro “Ho un piano” e alcune rivisitazioni di composizioni tratte da colonne sonore di classici del cinema ma anche pezzi del repertorio afroamericano più o meno recente>.

"Ho un piano" è uscito dopo la partecipazione al Festival di Sanremo: immagino che il lockdown abbia bloccato tutti i suoi progetti promozionali.

<Purtroppo ogni progetto legato all’onda lunga che sempre ti da il Festival e le emozioni che provi sul palco dell'Ariston si è infranto davanti all'emergenza causata dal coronavirus. Un destino che ha colpito me come tanti altri musicisti con dischi in uscita e tour giù programmati. Tante cose sono rimaste in sospeso…la speranza è quellA di recuperare, almeno in parte, il tempo perduto anche se non è facile>.

Rispetto ai suoi lavori precedenti "Ho un piano" mi sembra ancor più contaminato nel sound.

<Io ho sempre cercato una linea poliedrica e poliforme per le canzoni dei miei album perché la mia origine è quella di un musicista che si vuole divertire in studio e sul palco. Mi piace  raccontare in note i vari colori della musica, affacciarmi su diversi generi e sonorità. In questo lavoro ho accentuato questa mia attitudine>.

Come sta vivendo questo strano presente anche per il mondo della musica ed è preoccupato per i nuovi sviluppi di questi giorni? 

<E’ inevitabile che ci sia una certa preoccupazione per come stanno andando le cose e per il nuovo aggravarsi della pandemia. Da artista sto appoggiando le varie manifestazioni che ci sono per portare l'attenzione sul mondo dello spettacolo come accaduto in Piazza Duomo a Milano con i bauli  “suonati” da centinaia di addetti ai lavori. Ci sono migliaia di professionisti occupati nel settore che si trovano in difficoltà e che vanno tutelati>.

 

Fra le sue ultime esperienze c'è la partecipazione alla colonna sonora del film di animazione italiano "Trash" con due brani.

<Mi diverto un sacco a legare le mie musiche alle immagini. Per questo film ho lavorato ad un brano originale con il compositore della colonna sonora, Matteo Buzzanca: si tratta di “Oh mamma, mamma”, Poi le note sono anche quelle di “Per noi” canzone tratta mio ultimo cd davvero funzionale per i titoli di coda della pellicola. Mi sono già interfacciato con il mondo del cinema come già accaduto insieme a Pupi Avati scrivendo la colonna sonora del film “Un ragazzo d’oro”>.

Sta già mettendo in ordine le canzoni del prossimo disco?

<Ci sono canzoni in fase di elaborazione ma, visti i tempi, preferisco pensare a nuovi progetti nel lungo termine. Senza fretta e con la giusta calma necessaria per non imprigionare la creatività>. 

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