«Solo Mia. Storie vere di donne» Oggi presentazioni online del libro di Annalisa Graziano
Storie di dolore e di riscatto di cui sono protagoniste donne che hanno sperimentato il carcere o subito violenza.
Donne, prima che detenute. Prigioniere nella gabbia di abusi, ferite e tradite, liberate da chi le racconta.
«Solo Mia. Storie vere di donne» (La Meridiana, 2019), è stato inserito dall'Istituto Penitenziario di Foggia in un percorso incentrato sulla prevenzione del femminicidio, e sarà presentato dall'autrice, Annalisa Graziano, responsabile della Comunicazione e della promozione del Volontariato Penitenziario del CSV Foggia, oggi, giovedì, in due appuntamenti online nell'ambito di «Liberi da dentro. Verso una giustizia riparativa?», progetto culturale giunto alla terza edizione che mira a diffondere una conoscenza reale del mondo del carcere, delle pene e del loro effetto sulle persone.
Sarà un'occasione per creare un ponte tra fuori e dentro, tra carcere e città, tra Foggia e Trento e per ascoltare la sua testimonianza, nel primo incontro, alle 9.30, dedicato alle scuole, e nel secondo, alle 17.30, rivolto alla cittadinanza, è necessario chiedere il link a liberidadentro@ gmail.com.
Graziano è assistente volontaria delle Case Circondariali di Foggia e Lucera e dopo "Colpevoli. Vita dietro (e oltre) le sbarre" (La Meridiana, 2017), in «Solo Mia» ha raccolto storie di donne dal carcere e non, storie fatte di violenza subita e a volte taciuta.
Storie però non solo di dolore ma anche di svolte e speranza, che affrontano temi delicati come la maternità, il rapporto con i familiari, la detenzione, l'abuso, vedendo infine prevalere il valore dei legami nonostante i traumi vissuti. Il suo libro è stato selezionato dalla Scuola di partecipazione sociale (Sps), promotrice in collaborazione con numerose realtà associative e istituzionali di Trento di «Liberi da dentro», progetto che, andando oltre pregiudizi e stereotipi e coinvolgendo in parallelo studenti/esse, persone detenute e cittadini/e interessati/e, vuole favorire una riflessione ampia sul ruolo rieducativo della pena e sull'importanza di un'idea di giustizia riparativa che alimenti il senso di responsabilità sociale e collettiva.
Finanziato della Fondazione Caritro, è partito in ottobre e proseguirà fino a giugno proponendo anche l'incontro con altri due scrittori: Marco Malvaldi, coautore di «Vento in scatola» (Sellerio, 2019) con Glay Ghammouri e Adolfo Ceretti, autore de "«l diavolo mi accarezza i capelli. Memorie di un criminologo» (Il Saggiatore, 2020).