Il jazz si intreccia con i canti della montagna nel live di Sonata Islands
Questa sera, 27 gennaio, va in scena "Songs from the Alps" alla Brace di Rovereto, con Giulio Corini, Nelide Bandello, Emilio Galante e Alessandro Bianchini
ROVERETO. Un progetto sonoro davvero curioso dedicato all'elaborazione jazzistica di canti di montagna, vero patrimonio melodico del Trentino, che funziona nell'immaginario dell'ascolto come gli standards.
È quello racchiuso nella sigla "Sonata Islands. Songs from the Alps" (qui nella foto di Christian Miorandi) il gruppo on stage per il secondo live, dopo il sold out fatto registrare giovedì scorso con il Trio guidato dalla vocalist Francesca Bertazzo, per la rassegna Jazz-LaB del Rovereto Jazz Club stasera, giovedì 27 gennaio, alle 21 al Ristorante la Brace.
Nella line up di questo progetto sonoro insieme alla sezione ritmica costituita dal contrabbassista bresciano Giulio Corini, talento in continua ascesa nella scena jazzistica nazionale e che già vanta illustre collaborazioni fra le quali quella con il trombettista Enrico Rava, e dal batterista veronese Nelide Bandello troviamo il flauto di Emilio Galante ed il vibrafono di Alessandro Bianchini.
Il programma del live è rigorosamente non filologico: manca l'elemento originario della voce che canta, naturalmente, ma sono soprattutto gli arrangiamenti ad essere imprevedibili e stranianti.
Lo si capirà ascoltando "La Madonina" (in un arrangiamento di Stefano Colpi) che si sviluppa su un ritmo di 5/4, quello delle Take Five reso celebre da Dave Brubeck, per intendersi o “Sul Cappello che noi portiamo” che si mischia invece “Everywhere Calypso” di Sonny Rollins scoprendo imprevedibili affinità con il ritmo caraibico.
“La Montanara” è invece arrangiata su un poliritmo dal sapore africano mentre “La Pastore” rinasce su un groove che molto ricorda il progressive rock. Fra gli altri brani nel set c’è anche una composizione originale come “Sudtiroler Rundgungen” del musicista svizzero Matthias Schriefl. In questa band il carattere melanconico che spesso si associa ai canti di montagna è quasi assente per prediligere invece un tono festoso in una specie di danza sulle nevi.
Una vera operazione "fusion" che fonde materiale tematico alpino con scansioni ritmiche e soluzioni armoniche di matrice jazzistica.
Ricordiamo che la rassegna jazz proseguirà giovedì 3 febbraio con la prima jam session "Open standband".