Il giovane attore roveretano Lorenzo Tomazzoni sul set con Anthony Hopkins
C'è anche il divo britannico, nel ruolo dell’imperatore Vespasiano, nella serie storica "Those about to die", ambientata a Roma e diretta da Roland Emmerich. Intervista con il 23enne lagarino: «Sono partito dal teatro Zandonai, con uno spettacolo su Fabrizio De André, organizzato dal liceo Rosmini. Ero al quinto anno e ho capito che questa era la mia strada»
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ROVERETO. A luglio compirà appena 23 anni, ma è già sul set della serie “Those about to die” diretta da Roland Emmerich, il regista di “Independence day” e “Il patriota”.
Negli studi di Cinecittà a Roma, il giovane attore roveretano Lorenzo Tomazzoni ha iniziato da qualche settimana le riprese della serie ambientata nell’Urbe.
Il cast vanta la presenza di un divo assoluto della settima arte: il due volte premio Oscar Anthony Hopkins, nel ruolo dell’imperatore Vespasiano. «Saremo insieme nella scena in cui gareggerò con le bighe. Appena arrivato sul set si è presentato a tutti gli attori, è stato molto gentile. Che dire di lui, è straordinario».
Lorenzo ha già calcato i più prestigiosi palcoscenici della capitale, dal Teatro Valle al Teatro Argentina, e solo qualche giorno fa è stato l’Oreste di Euripide al Teatro India.
«Ma sono partito dallo Zandonai di Rovereto – racconta - con uno spettacolo su Fabrizio De André organizzato dal liceo Rosmini. Ero al quinto anno, ho partecipato e ho capito che questa era la mia strada».
Come ti sei formato alla professione di attore?
Dopo il liceo scientifico mi sono diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Galante Garrone” di Bologna, dove gli attori vengono formati vocalmente e fisicamente. Subito dopo ho seguito un corso di perfezionamento al Teatro Nazionale di Roma e poi moltissimi workshop e laboratori di recitazione cinematografica.
Nella serie di Emmerich conduci addirittura una quadriga.
Sono stato appositamente addestrato da un team ungherese che si occupa di stuntman e di animali sul set. Ho imparato a condurre prima le carrozze, poi le bighe e le quadrighe. Mi hanno insegnato a entrare in contatto con i cavalli, a lavorare in sinergia con loro. Non è stato un percorso semplice, perché gli animali possono essere imprevedibili anche quando sono addestrati.
Che ruolo hai nella serie?
Io sono Kirko, giovane auriga che gareggia al fianco dell’auriga più vittorioso di Roma. Quindi cerco di imparare da lui, consapevole del sottile filo che corre tra la vita e la morte durante le gare. Kirko vive tra la tensione dei muscoli dei cavalli e il boato della folla del Circo Massimo.
Da subito hai scelto la recitazione come espressione artistica, ma oggi l’attore deve saper fare molto altro.
Sì, è importante avere molte abilità. Per esempio a me è servita la magia, una mia passione. So fare molti giochi con le carte e così, nel film “Comandante” (con Pierfrancesco Favino), sono diventato il mago dell’equipaggio. Mi è stato utile anche praticare judo, kung fu, surf e breakdance. Tutte discipline che hanno aumentato la consapevolezza del mio corpo, la resistenza, il controllo del movimento nello spazio e la gestualità. Ma ho fatto anche corsi di scherma e combattimento scenico.
Come sei arrivato a un set così importante?
La mia agenzia mi ha proposto di presentarmi al provino per questa serie. Ho dovuto studiare un dialogo tra le varie fazioni che gareggiano con le bighe. La scena, ovviamente da recitare in inglese, prevedeva che una fazione cercasse di corrompermi. Alla fine della mia performance non ero così soddisfatto. Poi però mi dicevo anche che tante cose le avevo fatte bene. Ho atteso la risposta per due o tre mesi. Quando è arrivata non ci credevo, sono ammutolito.
Qual è la tua prospettiva oggi, tra teatro e cinema?
Vorrei andare avanti con entrambe. Sono dimensioni molto diverse, ma per me l’arte dell’attore è una e il prodotto artistico è sempre uno. La differenza è solo pratica, per come sono strutturati il teatro e il cinema. Poi ho i miei sogni per il futuro, ma li tengo un po’ nascosti a me e al mondo. Avanzo verso i miei obiettivi passo dopo passo.