Maurizio Battista: un viaggio lungo trent'anni fra un presente frenetico e molti ricordi
Il noto comico romano racconta il nuovo show “Ai miei tempi non era così…”, che lo vedrà in scena a Trento lunedì 11 marzo, tra parole e musica con i Los locos
TRENTO. “Chi l'ha detto che la felicità consista in un accumulo di “effetti speciali” o non piuttosto, com'era una volta, dal sapersi divertire con talmente poco che eravamo noi a sentirci speciali? È questo uno degli interrogativi che si pone Maurizio Battista nel suo nuovo show “Ai miei tempi non era così…” in scena lunedì 11 marzo all’Auditorium Santa Chiara (inizio ore 21, biglietti ancora disponibili).
Di questo show abbiamo parlato con Battista, uno dei comici più noti della scuola romana.
Maurizio Battista, inevitabile iniziare dal titolo “Ai miei tempi non era così…”.
“È un viaggetto sia musicale sia di parole che inizia da una trentina di anni fa per capire a grandi linee come si stava e come si sta oggi, se era meglio o era peggio, tanto alla fine non si capisce niente (sorride l'artista capitolino, ndr). È uno spettacolo interattivo con tre ore che volano in cui parlo un po’ di tutto a ruota libera. Ci saranno i Los locos, quelli della Macarena, che faranno un viaggio nella musica. Non vogliamo insegnare niente a nessuno ma raccontiamo delle cose, tocchiamo dei ricordi e ci divertiamo tanto”.
Tanta nostalgia allora ma cosa salva degli anni duemila?
“Molta, troppa nostalgia, ma ormai è passato, almeno possiamo raccontarlo ai ragazzi. Non mi sono mai posto la domanda di cosa salvare del terzo millennio però nel 2016 è nata la mia terza figlia, questo lo salvo. Non posso dire se siamo meglio o peggio, forse ci siamo convinti di una cosa ma non è vero. Per quello che ci hanno dato abbiamo pagato un prezzo che è la serenità che non ha più nessuno, nemmeno i ragazzi”.
Ma di chi è la colpa di un presente così frenetico che come dice lei “Ci costringe ad arrancargli dietro, fino a farci invecchiare prima del tempo”?
“È colpa di tutti noi che siamo finiti in un vortice. Ad esempio ti convincono con una frase che trovo ridicola tipo “ i settant’anni di oggi sono i cinquanta di una volta” che sappiamo tutti non essere vera. Non voglio fare il filosofo ma sono un artista che ormai ha una vita piuttosto lunga dietro le spalle e la racconta per far divertire. Tutto qui”.
Una volta ci si divertiva con poco, oggi c’è quasi una frenesia del divertimento.
“Certo è cambiato tutto e lo si vede che ora non ci si diverte con nulla perché punti sempre a uno step maggiore per divertirti che non arriverà mai. Lo si vede anche su come tutti ci comportiamo con i nostri figli ai quali, quando è possibile, non facciamo mancare nulla e questo spesso non fa valorizzare nulla a loro” .
Quanto è difficile far ridere oggi gli italiani?
“Se tiri le corde giuste non è difficile. Oggi volte si ride anche con delle cretinate su tik-tok o instragram e non capisco come sia possibile, ma non possiamo fare la guerra contro tutti. Direi che è quasi più facile ora rispetto a prima quando la gente era più perbene, non aveva grilli per la testa, viveva”.
Qual è il suo rapporto con i social?
“Non li frequento molto, ho un’età che mi permette di usarli a un livello base ma non oltre, non sono capace”.
La sua città è sempre al centro delle polemiche: cosa ne pensa?
“Le cose vanno male come sempre e non miglioreranno perché forse siamo noi romani che siamo peggiorati. Nei piccoli centri, come Trento, spesso è diverso ma noi siamo carenti di senso civico e poi gestire Roma che è così grande è proprio difficile. Non resta che sperare nel futuro perché comunque Roma è una delle città più belle e suggestive del pianeta”.