Lo studioso Fabrizio Rasera: il tragico e comico episodio del francobollo dedicato al fascista Foschi
Il noto storico roveretano posta in Fb due foto d'epoca dell'allora prefetto di Trento e aggiunge le proprie critiche su una vicenda che sta scatenando molte proteste
PROTESTA Contro il francobollo su Italo Foschi, prefetto fascista anche a Trento e a Belluno
TRENTO. Si fa sentire anche la voce del noto storico roveretano Fabrizio Rasera, sulla vicenda del francobollo che lo Stato italiano ha deciso di dedicare a Italo Foschi, in quanto fondatore dell'As Roma, ma il personaggio fu anche o soprattutto fascista dalla prima all'ultima ora, prefetto mussoliniano pure a Trento. L'emissione filatelica è avvenuta un mese fa con cerimonia ministeriale a Roma e ne sono seguite molte proteste, nella capitale e in varie zone d'Italia, come la vicina Belluno, dove Foschi fu prefetto o ispiratore dello squadrismo fascista.
Fabrizio Rasera è intervenuto con un post in Facebook in cui scrive: "Che qualcuno nel 2024 decidesse di dedicargli un francobollo delle poste italiane avrebbe sbalordito anche quel vecchio fascista di seconda fila di Italo Foschi. Per quanto tragico (e insieme comico) sia, l'episodio rischia di non ottenere l'attenzione che merita, oscurato dal rilancio salviniano del mito della Decima Mas e confuso tra le cento provocazioni fascistoidi che ci vengono rigurgitate addosso senza ritegno.
In Foschi, ci ha ricordato Mimmo Franzinelli, si onora tra l'altro l'ammiratore dei silenzi "eroici" di Amerigo Dumini, il sequestratore e aguzzino di Matteotti. Mirabile tempismo.
Qui in Trentino possiamo ricordarlo in particolare come ultimo prefetto fascista (1939-43), come tutti i prefetti di allora uomo di partito e di uno stato fascistizzato.
Riproduco dal vecchio e ricco volume Rovereto 1940-45 (Laboratorio di storia-Materiali di lavoro) qualche immagine di una sua giornata roveretana, nel clima di una già estrema propaganda del fascismo declinante".
In alto e qui sotto, le due menzionate immagini postate su Fb di Foschi a Rovereto, accanto allora vescovo di Trento Carlo de Ferrari.