Stasera Ariete sul palco della Trentino Music Arena
La cantautrice a Trento con il tour “La notte d’estate”
TRENTO. Con le sue ballate, segnate da testi mai banali, Ariete sa raccontare meglio di tutti fra le giovani cantautrici le inquietudini e le passioni della cosiddetta Generazione Z. Anche per questo il suo nome è uno dei più attesi del Trentino Love Fest – Charity Event che si aprirà stasera, giovedì 11 luglio, alla Trentino Music Arena. Ariete, al secolo Arianna Del Giaccio, chiuderà proprio la prima serata del festival dopo le esibizioni di Peripezie, Centomilacarie e Mecna. Di questo live abbiamo parlato con la cantautrice nata ad Anzio nel 2002 che ci racconta anche il mood del suo ultimo singolo “Ossa rotte”.
Ariete, inizierei dalla sigla di questo tour “La notte d'estate”.
“Nasce in parte dal tour dell’ultimo disco nei palazzetti che si chiamava “Il tour della notte”, come il titolo dell’album “La notte”. Visto che ora siamo in estate lo abbiamo cambiato un po’ perchè le notti estive mi piacciono molto, hanno qualcosa di magico e vorrei che un mio concerto possa ricordare qualcosa di bello alle persone anche tra molto tempo”.
Sei soddisfatta di come è stato accolto il tuo ultimo disco?
“Come ogni mio album, sono fiera di averlo fatto uscire e che le persone lo abbiano ascoltato e si siano riviste nelle mie canzoni. Ogni album ha la sua storia e il suo momento, è stato complicato fare un disco quando sai che i tuoi fan sono affezionati ad alcune canzoni che mostrano una versione di te e invece tu vuoi esprimere anche qualcosa di diverso. E’ solo durante i live che ti rendi conto se le tue canzoni piacciono o no e sono molto contenta di vedere che i ragazzi sotto il palco le cantano tutte”.
Che live si devono attendere i tuoi fan a Trento?
“Se devo scegliere degli aggettivi direi che sarà molto inclusivo, libero e anche divertente perché io devo sempre parlare sul palco e cerco proprio di far divertire la gente perché per me i live non sono solo un momento di musica ma di condivisione, di nuove amicizie, di cultura. E’ un momento importantissimo”.
Fra i brani in scaletta anche il tuo ultimo singolo “Ossa rotte”.
“E’ un brano che musicalmente ricorda un po' i Pixies” o i My bloody Valentine due gruppo che mi sono sempre piaciuti molto. Il titolo è una metafora per dire che è tutto finito, l’ho scritto poco dopo essermi operata al femore e all’anca e, anche se non erano rotti, mi è rimasta questa immagine in testa per esprimere quello che provavo. Il singolo è uscito a maggio e sono molto contenta del riscontro che sta avendo nei live”.
Di recente hai concluso un tour in quattro licei iorganizzato con "Scomodo", durante il quale hai affrontato temi come la sessualità, la responsabilizzazione sulle droghe e la vulnerabilità: come hai vissuto questo incontro coi ragazzi?
“Ho trovato dei ragazzi che avevano molta voglia di parlare e di esprimersi e che in questa occasione si sono sentiti a proprio agio con me e con i moderatori che mi accompagnavano con cui mi sono trovata molto bene. Per me è importantissimo andare nelle scuole e parlare della nostra generazione, di sessualità e di tante cose che rappresentano ancora dei tabù. Vorrei avere il tempo di farlo più spesso perché, a prescindere dal fatto che mi conoscano o meno, credo che i ragazzi abbiano bisogno di confrontarsi con una loro coetanea”.
Ti piace il termine “cantautrice” per definirti?
“Tantissimo. Mi reputo una cantautrice a tutti gli effetti visto che scrivo tutte le mie canzoni da sola. La maggior parte dei brani nasce anche con una produzione fatta da me anche se poi mi rivolgo ai miei produttori per svilupparli meglio”.
E’ troppo presto per parlare del prossimo disco?
“Sì, è un po’ presto, più che altro perché voglio riuscire a prendermi un po’ di tempo per definire le prossime mosse. In fondo sono quattro anni che sono in giro e sento il bisogno di fermarmi un po’”.