Rock / Storia

Cristiano  Dalla Pellegrina: "ero troppo crossover per gli Extrema"

Esce un libro tutto dedicato alla leggendaria band metal: i retroscena, la storia, la musica nel racconto del musicista professionista di Trento, che oggi è il «motore» pulsante dei ritmi dei Negrita

di Laura Modena

TRENTO. È uscito per Tsunami edizioni il volume che ripercorre tre decenni di storia degli Extrema, la band thrash metal che negli anni Novanta incendiò l'Italia - e non solo - con il suo sound. E nella formazione storica - quella di Tension at the seams, The positive pressure (of Injustice) e Better mad than dead - alla batteria c'era lui, Cristiano Dalla Pellegrina.

Originario di Trento, classe 1969, nella sua lunga carriera artistica ha collezionato collaborazioni con musicisti del calibro di Biagio Antonacci e Edoardo Bennato, ad oggi suona in svariate cover band e da vent'anni è il batterista dei Negrita.

Come è iniziata la sua avventura negli Extrema?

Andavo spesso ai concerti al Leoncavallo di Milano e lì conobbi Tommy Massara, già chitarrista della band. Mi chiese di entrare nella formazione e dopo diversi momenti di indecisione accettai. Avevo solo 18 anni.

Ma aveva già calcato il palco di Sanremo.

Sì, l'anno prima, con il musicista trentino Charley Deanesi. Iniziai a suonare da bambino, prima sulle poltrone di casa con le bacchette di mio fratello Gastone, batterista già affermato, poi a dieci anni con la prima batteria che lui mi regalò. Imparavo da autodidatta, ascoltando molta musica, discutendo con gli altri artisti, insomma facendo molta practice.  A 13 anni mi esibivo già con la mia cover band di rock e funky.

Nel libro si racconta del ruolo di sua madre, Teresa Battan, nelle sue scelte artistiche.

Cantante anche lei, fu fondamentale nella mia scelta di fare il musicista e perseverare in questo lavoro che di per sé è incerto. Ebbe grande peso anche nelle vicende con gli Extrema, visto che soprattutto all'inizio l'equilibrio tra i componenti della band non era facile.

Un equilibrio che portò poi a grandi successi.

All'inizio ci fu un grande caos, Massara era l'unico superstite di vecchie formazioni e Perotti era militare. La band si delineò poi con Gianluca Perotti alla voce, Mattia Bigi al basso, Tommy Massara alla chitarra e io alla batteria. La formazione che fece la storia degli Extrema, firmò il primo disco, Tension at the seams, suonò negli Stati Uniti, aprì i live di Metallica, Slayer, Faith no more, Vasco e molti altri. Nel '96 uscì il primo singolo con gli Articolo 31, una strada già aperta da Aerosmith e Run DMC con Walk this way, Anthrax e Public Enemy con Bring the noise, fino alla soundtrack di Judgement night.

Furono due i pezzi con gli Articolo 31, un mix di metal e rap, Mollami del '96 e Vai bello del '99 con tutta la Spaghetti funk. Un cameo nella carriera degli Extrema che all'epoca funzionò molto bene.

Better mad than dead, disco del 2001, parla in qualche modo trentino.

Sì, fu registrato al Ginger studio di Trento ed è il disco che sento più mio, dove misi veramente tanto, scrittura dei brani, sound, scelte di produzione. Curai le registrazioni e il missaggio con Marco Dallago e Mauro Andreolli, anche loro trentini. È l'unico album diverso dal resto della discografia della band, il più crossover.

Dopo questo terzo album però lei iniziò ad allontanarsi dagli Extrema.

Cominciarono i problemi dal punto di vista artistico perché io ero l'unico sulla strada del crossover. Addirittura in questo disco avrei voluto inserire qualche brano cantato in italiano, insomma volevo cambiare, ma ero l'unico a pensarla così. Nel frattempo, nel 2004, si aprì la possibilità di suonare con i Negrita, per me determinante nella decisione di lasciare definitivamente la band.

Nel libro lei afferma di non essere mai stato un musicista di solo metal. Qual è stata quindi l'evoluzione delle sue attitudini musicali?

Oggi mi definisco un punk rocker ma il mio è stato un percorso a ritroso. Quando ero molto piccolo ascoltavo punk, jazz rock, funky e pop. Crescendo diventai più rockettaro e addirittura trash metal, ma mai un metallaro puro. Nello stesso pomeriggio mi capitava di ascoltare gli Slayer e Peter Gabriel, oppure passavo dai Pantera a Bob Marley.

A breve inizierà il tour con i Negrita, farà tappa anche a Trento?

È appena uscito il nuovo singolo, "Non esistono innocenti amico mio", e il tour nei club avrà inizio verso maggio. Non abbiamo ancora le date ma spero davvero di tornare a suonare a Trento, dove siamo stati esattamente un anno fa.

IL LIBRO: Massimo Villa, "È un fottuto massacro collettivo! La storia degli Extrema", Tsunami edizioni, pagine 360, euro 24.

La fotografia è di Alessandro TORNATORE

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