Mach, 306 firme contro «sprecopoli»
La profezia è minacciosamente rimata: se continuano gli sprechi alla faccia della spending review pubblica, «arriveranno i forconi anche nelle fondazioni». Lo pensano e l'hanno scritto ben 306 dipendenti e ricercatori della Fondazione Edmund Mach, Istituto agrario di San Michele all'Adige, 42 milioni di finanziamento provinciale nel 2013
La profezia è minacciosamente rimata: se continuano gli sprechi alla faccia della spending review pubblica, «arriveranno i forconi anche nelle fondazioni».
Lo pensano e l'hanno scritto ben 306 dipendenti e ricercatori della Fondazione Edmund Mach, Istituto agrario di San Michele all'Adige, 42 milioni di finanziamento provinciale nel 2013.
Il cambio della guardia alla direzione generale tra Alessandro Dini e l'ex dirigente del dipartimento agricoltura della Provincia Mauro Fezzi ha scoperchiato un mal di pancia latente, e prodotto un documento piuttosto circostanziato, rilanciato da un'interrogazione in consiglio provinciale - che curiosamente occulta i nomi dei protagonisti della vicenda - firmata dall'esponente leghista Giuseppe Filippin .
Fezzi , come suo costume (leggere l'inquadrato a sinistra in alto), non perde la sua flemma, ed è tranquillo anche perché è appena arrivato ed evidentemente non si sente corresponsabile della gestione di ieri. Ma il clima a San Michele è piuttosto rovente.
Nel bilancio di previsione 2013 di Fem, le direttive «risparmiose» della Provincia emanate con delibera n. 2505 del 23/11/2012 sono rispettate sì sul versante del personale dipendente (trasferte e straordinari ridotti del 10%), ma solo apparentemente sul fronte consulenze: che per il 2013 vengono ridotte del 65% rispetto alla media 2008-2009 ( 60.840 euro) ma, sommate a quelle già in corso, raggiungono quota 318.960 euro. Inoltre, non viene attuata la riduzione (dal 2012) del 50% del valore medio triennio 2008-2010 delle spese discrezionali per «mostre e pubblicazioni, attività promozionali, convegni, manifestazioni, pubblicità, iniziative di comunicazione, sponsorizzazioni, pubblicazioni, ecc.», con la motivazione che «sono indispensabili per essere collegate strettamente all'attività istituzionale». E per il 2013 assommano a 433.216 euro.
Il documento dei 306 denuncia la propensione dei dirigenti a comportamenti eticamente discutibili e segnati da una concezione del «"fago come me par" che non deve più albergare in Trentino», sintetizza Filippin .
Due anni fa il direttore generale Alessandro Dini «è andato in pensione e, come troppe volte succede, è stato immediatamente riassunto con un incarico speciale a termine per un anno, per la stessa mansione svolta».
Ed è stato lo stesso direttore riassunto che ha affidato l'incarico per la selezione di un nuovo dg (con un contratto firmato il 12 settembre 2011) alla Spencer Stuart Italia srl di Milano.
L'incarico, secondo i firmatari della protesta, non solo è stato affidato con grave ritardo ma anche in spregio alle regole dell'evidenza pubblica prescritte dall'articolo 21, comma 4, della legge provinciale 23/1990: senza gara alcuna, nonostante la richiesta di alcuni preventivi. Secondo i 306 firmatari, la Spencer Stuart Italia srl sarebbe la stessa società di cacciatori di teste che aveva proposto Dini come dg alla Fondazione Mach.
Ma lo spreco di denaro pubblico ( 55mila euro) consisterebbe nel fatto che l'incarico non sarebbe stato espletato, visto che il successore di Dini è stato designato direttamente dalla Provincia, nella persona di Mauro Fezzi , rimpiazzato al «ministero provinciale dell'agricoltura» dal superdirigente Paolo Nicoletti .
Non solo, un nuovo incarico è stato affidato all'ex direttore Dini , con scadenza 15 maggio 2013. Incarico non pubblicato sul sito, come andrebbe fatto per le norme sulla trasparenza degli appalti e delle procedure di gara.
Il documento dei 306 lamenta anche che gli incarichi professionali sono assegnati con affidamento diretto, anche l'ultimo incarico di direzione lavori per circa 80mila euro (sopra la soglia di euro 44.700 ) senza alcun confronto concorrenziale, dopo che negli ultimi 5 anni sono stati affidati discrezionalmente incarichi per circa 300mila euro sempre allo stesso professionista.
E al presidente della Fondazione Francesco Salamini , secondo il documento dei dipendenti, vengono concessi benefit senza alcuna formalizzazione da parte del cda: macchina ad uso personale, alloggio, eccetera.
Il consigliere Filippin chiede anche se è vero che la Fondazione abbia anche pagato il buffet per il festeggiamento del pensionamento del direttore generale (poi riassunto). pgh