Pomini il fustigatore riconquista il timone Cisl
Tra le idee lanciate nella sua lunga relazione, Lorenzo Pomini ha inserito la nuova proposta di un fondo di solidarietà territoriale per rispondere alla situazione che si creerà, nel 2017, con la soppressione della mobilità nazionale (regolata dalla legge 223/91) che «porterà serissimi problemi nella gestione delle crisi aziendali, che finora avevano contato sulla possibilità di prepensionare i lavoratori più anziani»
TRENTO - Problemi al computer, forse la sola cosa che accomuna (in questa fase, almeno) i cislini ai pentastellati di Grillo (duramente attaccato l'altroieri dal segretario nazionale Raffaele Bonanni, come tendenzialmente «incompatibile» con la democrazia) hanno fatto slittare fino a ieri sera tardi - oltre le 22.30 - gli adempimenti statutari legati allo scrutinio dei voti del congresso della Cisl.
Un ritardo che non si è tradotto in un risultato a sorpresa. Come previsto e scontato - in assenza di competitori - comunque, il 17° congresso provinciale ha riconfermato la segreteria di Lorenzo Pomini, 52 anni, un sindacalista che ama dare staffilate e non scappa dalle polemiche più calde.
Anche un antagonista - a volte - negli ultimi anni, dell'altro Lorenzo (quello che è andato a Roma) nel dibattito pubblico sulle emergenze economiche e sociali del Trentino.
Il congresso ha eletto ieri il consiglio generale, composto di 61 membri, che poi ha votato Pomini segretario generale, insieme alla squadra di segreteria con i riconfermati Diego Faccini e Michele Bezzi, e Antonietta Pellegrino (Cisl scuola, foto in alto ) al posto di Gianna Marzari, andata tra i pensionati.
«Bel dibattito, sono contento» si è limitato a dirci ieri sera il rieletto segretario provinciale.
Il 17° congresso confederale, intitolato «L'Italia della responsabilità - Un sindacato nuovo per un nuovo Paese», era cominciato giovedì con l'inaugurazione della sede di via De Gasperi e l'intervento del segretario nazionale Raffaele Bonanni.
Tra le idee lanciate nella sua lunga relazione, Pomini ha inserito la nuova proposta di un fondo di solidarietà territoriale per rispondere alla situazione che si creerà, nel 2017, con la soppressione della mobilità nazionale (regolata dalla legge 223/91) che «porterà serissimi problemi nella gestione delle crisi aziendali, che finora avevano contato sulla possibilità di prepensionare i lavoratori più anziani».
«La straordinaria esperienza del progetto sociale di Laborfonds e l'avvio di forme di sanità integrativa fa nascere la nostra proposta di costituzione e attivazione di un fondo bilaterale di solidarietà territoriale», così come previsto nella riforma del mercato del lavoro Monti-Fornero per i fondi nazionali.
Secondo la Cisl trentina, il progetto dovrebbe essere finanziato mensilmente da 1 euro a carico del lavoratore e 2 euro pro capite per i datori di lavoro, sia pubblici sia privati. I 182mila lavoratori dipendenti in provincia di Trento significherebbero una raccolta di 546mila euro al mese. «Affidando queste risorse ai gestori di Laborfonds (che tra l'altro non può diventare, col fondo strategico, un bancomat per le imprese) - ha spiegato Pomini - si moltiplicherebbe il capitale versato, da utilizzare per agevolare all'esodo i lavoratori più anziani, a cui mancano fino a 5 anni alla pensione, favorendo il ricambio generazionale in tutti i settori produttivi, compreso il pubblico impiego».