«Basta speculazioni le case ora costino il 30% in meno»
Sfogo del professor Cerea: «Dagli anni Novanta i prezzi delle case in Italia sono aumentati del 300% a fronte di un aumento di costi del 60%. Si sono ingrassati i proprietari dei terreni miracolosamente convertiti da agricoli in edificabili, si sono ingrassati gli speculatori che hanno accumulato patrimoni e straguadagni»I tuoi commenti
TRENTO - Cerea show alla presentazione del bilancio di Cassa del Trentino spa, dal pimpante professore emente presieduta. Premessa stentorea, solenne: «Basta con questa storia del debito pubblico che pesa sulle future generazioni. Sono in grado di dimostrarvi che non è vero, da almeno due secoli, e poi ve lo spiegherò in 4 minuti».
Ma prima della microlezione di economia politica, c'è anche il tempo per una sintetica ricetta sul problema casa. «Dagli anni Novanta i prezzi delle case in Italia sono aumentati del 300% a fronte di un aumento di costi del 60%. Si sono ingrassati i proprietari dei terreni miracolosamente convertiti da agricoli in edificabili, si sono ingrassati gli speculatori che hanno accumulato patrimoni e straguadagni. Adesso i prezzi degli alloggi devono calare del 30%: una sana cura dimagrante. Non siamo una banca, non facciamo mutui. Ma saremo al fianco della Provincia nel progetto di housing sociale, naturalmente».
Quanto alla lezione di economia politica, eccola: «Tra imposte e debito pubblico non c'è sostanzialmente differenza, come già ci ha spiegato David Ricardo nel 1812. Entrambi servono per pagarci i servizi e le opere pubbliche. Ma non c'è nessun trasferimento di oneri sul futuro: c'è chi paga e chi incassa gli interessi, è una redistribuzione dagli uni agli altri. Le cose cambiano, in parte, quando il debito è contratto con l'estero o quando c'è un trasferimento dal locale al nazionale. Ma, nel caso del Trentino, siccome i debiti sono fatti per finanziare opere pubbliche - un depuratore, l'ospedale... - i soldi che paghiamo per vent'anni (in forma di imposte o di interessi sul debito) sono il corrispettivo dei costi dell'opera. In sostanza, si tratta di imposte differite, per pagare opere pluriennali di cui in cambio godo il beneficio. Il problema non è dunque la traslazione del debito su un tempo futuro, ma la sostenibilità dell'indebitamento: ci sono limiti di sopportabilità rispetto all'entità della cifra. E poi è un problema di credibilità a livello internazionale, anche se sono stati tollerati debiti/pil (vedi Inghilterra) ben peggiori di quello italiano. Ricordo che il Trentino ha un rating superiore al Paese».
A questo punto, siparietto tra il Gran Prof. e il Gran Rag., nel senso di Ivano Dalmonego, segretario generale Pat, che ha obiettato che il debito è cresciuto anche su servizi goduti gratis - vedi prestazioni sanitarie - e scaricati sulle generazioni successive. Cerea's reply: «Io parlavo di investimenti, non di spesa corrente. È chiaro che, se mi indebito per le Feste vigiliane, mi sarò divertito ma è un debito senza contropartita. Ma se i giovani pagano le imposte per pagare i titoli di Stato posseduti dagli anziani (che poi oltretutto li lasciano ai giovani, a riprova che non sono ricchezza vera), è un circolo di debito che si sposta oggi tra gli uni e gli altri, e non tra generazioni diverse». Fine della lezione di economia.