L'Italia ancora in recessione, va meglio il resto della Ue
L'economia italiana continua a contrarsi nel terzo trimestre 2014 e il nostro è l'unico dei grandi Paesi Ue a registrare un segno negativo. Secondo le stime preliminari dell'Istat, il Pil è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto al terzo trimestre 2013. L'economia era rimasta ferma sullo zero nel primo trimestre 2014 ed era arretrata dello 0,2% nel secondo.
Dopo tredici trimestri consecutivi di mancata crescita, cioè con una variazione del Pil negativa o pari a zero, l'economia italiana è "ai livelli del 2000". E' quanto sottolineano i tecnici dell'Istat rendendo noti i dati del terzo trimestre.
Il Pil acquisito per il 2014, quello che si otterrebbe cioè se nel quarto trimestre si registrasse crescita zero, è pari -0,3%. Lo rende noto l'Istat insieme ai dati sul terzo trimestre dell'anno.
Risale il Pil della zona euro e dell'Ue-28: nel terzo trimestre cresce rispettivamente di 0,2% e 0,3%, rispetto al +0,1% e +0,2% del trimestre precedente. È la stima Eurostat, che per l'Italia conferma però uno -0,1%, unico Pil negativo assieme a Cipro (-0,4%). Su base annua il Pil della zona euro è salito di 0,8% e quello dell'Ue di 1,3%.
Il governo tende a miimizzare: il dato trimestrale sul Pil a -0,1% era largamente atteso: ciò non consola, ma neanche preoccupa, commentano fonti di Palazzo Chigi riportate dall'Ansa. Sempre dalla presidenza del consigli si ricorda che esiste un problema crescita in Italia, ma «ormai il tema riguarda tutta l'Europa». Per quanto riguarda il fatto che l'Italia abbia un debito alto, questo - dice il governo - «non è una novità: che la percentuale Pil-debito aumenti con una crescita negativa è una banalità matematica».
Dalla Commissione europea - conclude l'esecutivo di Roma rinviando la palla sul campo di Bruxelles - «ci attendiamo uno sforzo per rilanciare gli investimenti».
Non minimizza, invece, il sindacato, che anche ieri, con lo sciopero FIom e la manifestazione svoltasi a Milano, ha rilanciato le critiche al governo Renzi, non solo per l'annunciata riforma del lavoro e per una Finanziaria accusata di colpire ancora i lavoratori, ma anche per «l'assenza di una visione e di un piano industriale per risollevare il Paese».
Una crisi, quella italiana, che un paio di mesi fa era stata oggetto di un'analisi particolarmente allarmante svolta dall'Ocse che prevedeva un ulteriore arretramento dell'economia, con tutti i riflessi sociali negativi che ciò implica.