Draghi (Bce): ogni sforzo per far ripartire l'inflazione
«La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile». Fino a qualche anno fa a Francoforte, nel palazzo della Bce, lo spettro più temuto era quello dell’inflazione. Oggi, dopo anni di crisi, recessioni, deflazione, succede l’esatto contrario. Tanto da spingere il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a dire che Francoforte farà «tutto quello che dobbiamo fare per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile»
«La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile». Fino a qualche anno fa a Francoforte, nel palazzo della Bce, lo spettro più temuto era quello dell’inflazione. Oggi, dopo anni di crisi, recessioni, deflazione, succede l’esatto contrario. Tanto da spingere il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a dire che Francoforte farà «tutto quello che dobbiamo fare per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile», e se l’attuale politica monetaria non è efficace abbastanza «aumenteremo la pressione ampliando ulteriormente i canali attraverso cui interveniamo».
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Secondo Draghi, l’indice Pmi dell’Eurozona suggerisce che «una ripresa più forte è improbabile nei prossimi mesi, con i nuovi ordini in calo per la prima volta dal luglio 2013».
La politica di bilancio complessiva dell’Eurozona, continua Draghi, deve andare nella stessa direzione impressa dalla politica monetaria espansiva della Bce «in modo da spingere la fiducia, e cioè coerente con le regole di governance fiscale». Servono dunque «appropriate riforme strutturali» per creare un ambiente imprenditoriale «dove i nuovi investimenti siano attraenti».
La Banca centrale europea, da parte sua, è «impegnata a ricalibrare le dimensioni, il ritmo e la composizione degli acquisti di titoli, se necessario, per rispettare il proprio mandato».
Ricordiamo che l’indice Pmi composito dell’Eurozona che monitora l’attività manifatturiera e dei servizi, è sceso a novembre a 51,4 da 52,1 di ottobre. È il livello più basso da 16 mesi ma resta comunque sopra quota 50 che rappresenta la soglia di demarcazione tra espansione e contrazione del ciclo.