Sae trasporti al capolinea, a rischio 51 lavoratori

L'amministratore unico di Sae Alfredo Bonetti ha deciso di presentare al tribunale di Trento un piano concordatario per la sua azienda di autotrasporto, in crisi manifesta dal 2013. Bonetti si è lasciato la possibilità di un accordo di ristrutturazione dei debiti, che significherebbe una qualche continuità di parte dell'attività. Ma le prospettive non appaiono favorevoli. Dei 102 dipendenti, la metà dovrebbe essere assunta dalla Tradecor di Bolzano, società controllata dal colosso altoatesino Fercam. Per gli altri 51 lavoratori prosegue o parte la cassa integrazione straordinaria, ma ad oggi lo sbocco più probabile appare la mobilità, cioè il licenziamento.

Sae in primavera, dopo un 2013 negativo, aveva messo in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi 49 autisti, con l'idea di dismettere l'attività di trasporto su strada e di concentrarsi sull'agenzia di trasporti, l'attività maggiormente in crescita, e sull'intermodale. L'azienda aveva chiuso il bilancio 2013 con ricavi per 49,4 milioni di euro, in aumento del 13% sull'anno precedente, ma con una pesante perdita di 2,6 milioni (contro 256 mila euro di utile nel 2012).
La crescita del fatturato 2013 era quasi interamente ascrivibile all'attività di agenzia, salita a 14,2 milioni, 4,2 in più del 2012, tre quarti dell'aumento totale dei ricavi, condotta a Cassano Magnago (Varese) e nelle controllate tedesca e spagnola. Nel primo semestre 2014 l'attività di agenzia è cresciuta del 68%, l'intermodale, in particolare il treno per Colonia in partnership con Arcese, è stato spostato da Trento a Verona e Bonetti aveva predisposto un piano finanziario 2014-2015 di ripresa. Nonostante ciò, i sindacati sono allarmati. «L'impressione è che Sae voglia dismettere tutto - afferma il segretario della Fit Cisl Giovanni Giorlando - mentre prima pensava di mantenere l'intermodale».

Intanto il ramo d'azienda trasporti, con 51 dipendenti, è andato, per così dire, all'asta tra due concorrenti all'acquisizione: Fercam e Arcese. A quanto pare ha prevalso Fercam, visto che gli stessi sindacati hanno firmato il verbale di cessione del ramo d'azienda alla Tradecor, una controllata di Fercam al 99%, mentre l'1% è di Thomas Baumgartner , amministratore delegato del colosso altoatesino e presidente di Anita, gli autotrasportatori di Confindustria.
La trattativa per la cessione del ramo d'azienda si era quindi praticamente conclusa nei giorni scorsi quando l'acquirente ha posto nuove condizioni, che verranno esaminate oggi in un incontro con i sindacati. «Tradecor è disposta ad assumere 51 autisti Sae - precisa Giorlando - ma ora ha posto nuove questioni sulle coperture economiche».

Il resto dipende dalla procedura concordataria. A fine 2013 Sae aveva 24 milioni di immobilizzazioni materiali, comprese le rivalutazioni di immobili, 3 milioni tra partecipazioni e prestiti alle controllate in Germania, Spagna e Romania, 18 milioni di debiti finanziari, con banche come Unicredit, Btb, Cassa Rurale di Pergine e, per contratti di leasing, Hypo Tirol, Mediocredito Trentino Alto Adige e la stessa Unicredit, e 4 milioni di patrimonio netto.

Frattanto, Pvb Fuels, la società di commercializzazione di prodotti petroliferi del gruppo Pvb (ex Petrolvilla), chiede la cassa integrazione straordinaria per un anno per i 102 dipendenti, nell'ambito della procedura concordataria con riserva aperta al tribunale di Trento ( l'Adige del 16 ottobre). La cassa supera il contratto di solidarietà ancora in corso.
La proposta è di applicarla in modo da mantenere in attività il 50 o il 75% dell'azienda, a seconda delle sedi, dato che il lavoro continua e sono garantite le forniture di combustibili per l'inverno. «Per ora non sappiamo con esattezza quanti saranno gli esuberi - spiega Alessandro Stella della Filcams Cgil - Insieme ai sindacati di tutte le sedi coinvolte (oltre Trento, Bolzano, Verona, Vicenza e Brescia) chiederemo un incontro urgente all'azienda». Intanto Pvb è in trattativa con l'Eni per attivare il contratto di agenzia, in modo da risolvere alcuni dei nodi che hanno portato alla crisi, dalla riduzione delle coperture assicurative al taglio dei fidi bancari. Tuttavia il contratto di agenzia potrebbe portare ad una riduzione dei volumi trattati e dei margini.
Il tribunale ha dato tempo a Pvb Fuels e all'altra società del gruppo Pvb Solutions fino al 13 febbraio 2015 per presentare la proposta concordataria. Commissari giudiziali sono stati nominati Franco Chesani e Stefano Lauro .

Allarme anche per i lavoratori di Arcese Trasporti: «Il prossimo 27 gennaio finisce la cassa integrazione straordinaria e con essa si esauriscono gli ammortizzatori», spiega il segretario della Fit Cisl Giovanni Giorlando e si riferisce ai 120 autisti che Arcese ha dichiarato in esubero a settembre, anche se poi l'azienda si è dichiarata disponibile a valutare ricollocazioni. Attualmente sono in cassa integrazione a rotazione circa 150 dipendenti di Arcese Trasporti. «Ci sono da verificare i pensionabili e altri che potrebbero essere accompagnati in uscita, ma il rischio è che una parte degli autisti vada fuori».
«Il nostro obiettivo - sottolinea Giorlando - è soprattutto mantenere Arcese sul territorio trentino e italiano. Per adesso siamo stati rassicurati ma il prossimo mese è cruciale». Arcese continua invece a crescere all'estero: a settembre, ha rafforzato i traffici e la presenza in Russia.

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