Vino, Ferrari torna ai volumi di vendita del 2012
«Riprendiamo i dati aziendali del 2012, invertendo una tendenza del nostro comparto, sia in Italia che all’estero». Lo ha detto, a margine del convegno dell’Unione italiana Vini su «Il futuro del vino, dagli Stati Uniti alla Cina», Marcello Lunelli, vicepresidente delle Cantine Ferrari. E se nelle tre settimane che precedono i brindisi di fine anno nessun produttore di spumanti scaramanticamente annuncia dati di fatturato, Lunelli si dichiara ottimista. «Se riusciremo a stare su un incremento di +8%, +10% di vendite quest’anno - ha detto il produttore di Metodo Classico - saremo soddisfatti». Si tratta, sottolinea, di un «dato di fiducia in una annata che non è stata facile dal punto di vista climatico per chi produce vino e per chi utilizza uve conferite. Gli effetti dell’annata - conclude - si faranno sentire nei prossimi mesi, quando per le quotazione delle uve dovremmo stare attenti a garantire reddito ai viticoltori, pur nelle difficoltà dell’annata».
«All’estero il successo del Prosecco, il cosiddetto fenomeno Prosecco, sta aiutando ad avvicinare alle bollicine italiane tantissimi nuovi consumatori - ha detto Lunelli - e i numeri del Prosecco sono tali da avvicinare tanti, e chi vuol fare un upgrade rimanendo nell’italianità può arrivare al Metodo Classico». Ferrari è anche produttore di Prosecco, dopo la joint venture al 50% siglata, in apertura di Vinitaly 2014, con Bisol.
L’anno si dovrebbe chiudere con 400 milioni di bottiglie di Prosecco nel mondo. «Questa crescita - ha aggiunto Lunelli - è una sfida sia per loro che per noi, che siamo entrati in un punta di piedi scegliendo di creare un polo aggregante. Bisol interpreta al meglio la nostra filosofia aziendale. Con due giovani imprenditori come Gianluca e Desiderio Bisol ci sono affinità di pensiero che ci hanno fatto sposare, in nome di valori comuni. E dopo averlo tanto cercato, il nostro è un matrimonio felice».
Il 2014 è stato l’anno del Prosecco, e lo sarà anche l’anno venturo, concordano i produttori italiani, a partire da Domenico Zonin, presenti al convegno dell’Unione italiana Vini su «Il futuro del vino, dagli Stati Uniti alla Cina».
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