Deflazione: ora i canoni d'affitto dovrebbero calare. Ma di sicuro c'è solo il congelamento del Tfr

La deflazione congela il Tfr, almeno per quanto riguarda il mese di gennaio, e porta sollievo, anche se non a tutti gli interessati, agli inquilini trentini. Il tasso registrato in dicembre a livello nazionale e in base al quale si aggiornano molti pagamenti, dagli affitti agli assegni familiari, è stato infatti negativo e pari a un meno 0,1%.

Gli effetti si faranno notare sui contratti di affitto che si aggiornano a gennaio e per i quali l'inquilino chiederà la riduzione, trovando l'intesa del proprietario. E, pure, sulla quota variabile del Trattamento di fine rapporto, cioè il Tfr, che si aggiorna seguendo l'andamento dell'inflazione, la deflazione avrà un effetto, ma in questo caso negativo per i lavoratori: per il mese di gennaio, infatti, la progressione dell'assegno del Tfr sarà ferma per la parte legata all'inflazione, almeno per gennaio, mentre l'incremento mensile sarà pari allo 0,125% circa come prevede la norma sull'aumento fisso della liquidazione.

Affitti, in 42.000 sperano.

Il rinnovo annuale dei contratti di affitto che scattano questo gennaio, si stima siano almeno 3.500 sui 42.000 contratti di affitto registrati in Trentino dall'ultima rilevazione statistica. In realtà, spiega Giampiero Cozzio dell'Uppi, «non c'è un automatismo sulla riduzione», nel senso che va aggiornata da parte del proprietario. In ogni caso, però, sul fronte dei contratti, per la prima volta negli ultimi anni, tutti quelli di gennaio non scattano in avanti e non crescono, proprio "grazie" alla deflazione dello 0,1% segnalato in dicembre.

«Gli affitti non cresceranno» continua Cozzio, almeno per quanto riguarda quelli che si rinnovano in gennaio. Ma la situazione toccherà sicuramente anche quelli che si rinnovano in febbraio, visto che a gennaio l'inflazione media nazionale è segnalata in calo dello 0,6%. E se la situazione continuerà anche nei mesi successivi, potrebbero essere tutti i 42.000 contratti d'affitto a non crescere o, addirittura, a calare.

Tfr, i numeri in campo.

La deflazione agirà, invece, come una leva negativa per il Tfr dei dipendenti trentini, pubblici e privati, e non si tratta di poca cosa. Se si guarda agli ultimi dati disponibili relativi ai dipendenti privati e forniti dall'Inps, nel 2012 il monte salari complessivo è stato pari a 3,14 miliardi di euro per circa 156.000 dipendenti impiegati nell'industria e nel terziario. Il Tfr lordo accumulato nel 2012 è pari a circa 217 milioni di euro. Di questo la media per singolo lavoratore è dunque di circa 1.400 euro annui.

«Persi» quasi 4 milioni di euro.

Se si fa un confronto con il 2013, ultimo anno con un'inflazione media annua superiore ai qualche decimale oltre lo zero, si vede come l'effetto deflazione faccia perdere qualcosa come 2 milioni di euro annui nel 2014 col rischio che succeda lo stesso anche nel 2015, viste le premesse sull'andamento dell'inflazione. In pratica, sul monte Tfr di 217 milioni di euro, invece di un aumento, per la parte fissa, di circa 2 milioni di euro come avvenuto nel 2013 con i prezzi annui in rialzo dell'1,1%, ci sarà un congelamento della cifra. Ovviamente, visto che l'aumento è mensile, sia per gennaio che per febbraio (l'inflazione del mese scorso è sotto zero come per dicembre), la rivalutazione non ci sarà. L'unico aumento deriverà, invece, dalla quota fissa, che vale l'1,5% annuo, pari a circa 3 milioni di euro in più di rivalutazione.

Assegni di mantenimento in calo.

Un minimo di sollievo lo avranno i mariti (la stragrande maggioranza) e le mogli (una risicata minoranza) che devono versare l'assegno di mantenimento al coniuge. Anche in questo caso, con la deflazione, ci sarà un congelamento della cifra. Solo negli anni tra il 2007 e il 2012 sono stati 750 i nuovi assegni di mantenimento decisi dal giudice

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